BCCCAP00000000000000000000920

128 DAI PRIMORDI DEL SEC. XVIII FINO ALL'INDIPENDENZA attività apostolica nel Nordest e, con risultati più larghi che nel primo. Già conoscitore dei luoghi e dell'ambiente, egli riper– corse regioni già visitate e poi si spinse in altre per lui nuove, così che le capitanerie di Pernambuco, Paraiba, Rio Grande do Norte e Ceara videro il suo zelo espandersi e trasformarsi in frutti apostolici: il suo passaggio e la sua parola schietta e pe– netrante, accompagnata alla santità della vita, ebbero accoglien– ze eccezionali segnando un rifiorire di vita cristiana. Nel 1740, forse per curarsi della sua malferma salute, ripar– tiva per l'Italia; ma il 22 settembre 1742 riprendeva la nave che doveva riportarlo a Pernambuco dove, nel decennio antecedente alla sua morte, il suo zelo rifulse ancora in modo singolare. Me– rita di esser riassunta una sua lettera scritta al fratello l' 8 mag– gio 1746 e riguardante le missioni predicate in un « viaggio apo– stolico» di 15 mesi attraverso i moderni Stati di Pernambuco, Paraiba e Ceara, per gli aspri cammini del se r tao e tra calori soffocanti e dure privazioni 57 . Imbarcatosi a Recife il 6 ottobre 17 44 su nave di piccolo cabo– taggio in servizio lungo la costa, dopo 15 giorni raggiunse Ca - mo ci m, cittadina e porto è.i mare nel nord cearense. Di qui, «con tre o quattro giorni di cammino per terra », si spostò in Hiassu, dove diede principio alla missione condotta « tra grande concorso e frutto copioso». In altri 6 giorni di viaggio « per boschi e de– serti» raggiunse il luogo della seconda missione, detto Par a e, in seguito, salì la «serra» di I bi a p ab a sulla quale i gesuiti avevano fondato una :fiorente catechesi, tuttora sotto la loro am– ministrazione58 : qui pure predicò una grande missione dietro in– vito dei missionari. Con altri 10 giorni di viaggio p. Carlo Giu– seppe fu sulla «serra» di Cocos, rigenerata spiritualmente con predicazione, amministrazione dei sacramenti e processioni di pe– nitenza. Sceso al piano, il missionario tenne successivamente corsi di missioni in Riacho, S. José, nell'aldea di Tremembès (Almofa– la), abitata da indios Tap u i a s già catechizzati, in Tairé e Chopé, luoghi non molto distanti l'uno dall'altro e dove, all'arrivo del religioso, si radunarono gli abitanti della zona. Raggiunse alla fine Fortaleza, capitale della capitaneria, e di qui si recò in Aquiraz predicandovi una missione che riempì il suo animo di grande consolazione per i frutti riportati. Seguì Cascavel, dove il lavoro fu durissimo per la folla degli uditori e la mancanza di qualsiasi aiuto nelle confessioni; poi, percor- ché nel 1729 da Genova egli inviava una lettera al fratello. Cf. FRANCESCO ZAVERIO, I cappuccini genovesi I, 124. Il Repertorio a Funda.çao, nel luogo citato, scrive che egli terminò questo primo settennio di superiorato « no anno 1734, e foi a sua Provin– vincia », il che sembra essere in contrasto con quanto viene riferito più avan– ti, f. 18r-v. 57 Cf. FRANCESCO ZAVERIO, l cappuccini genovesi I, 127ss. 58 Cf. Carlos STUDART (Filho), Notas historicas sobre os indigenas cearenses, in Rev. Inst. Ceara 45(1913) 84ss. Questa missione gesuitica, da cui venne l'attuale cit– tadina di Viçosa, contò sino a 10.000 individui.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz