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108 DAI PRIMORDI DEL SEC. XVIII FINO ALL'INDIPENDENZA Partiti nel 1701 gli ultimi cappuccini francesi 38 , il vicario generale della diocesi fece l'inventario dei beni della chiesa e della casa e, a quanto scrive il Repertorio a Fundaçao, dal 1701 al 1703 vi si allogarono i cosiddetti « Padres Clerigos », seguiti poi dai « Padres Congregados » che vi rimasero quasi 7 anni (1704-1710) e alla fine lo lasciarono in misere condizioni 39 • Le pratiche per riavere questa residenza s'iniziarono nel 1707, quando il superiore dell'ospizio di Lisbona e procuratore delle missioni italiane dell'Africa portoghese e di Bahia si rivolse per mezzo del nunzio apostolico al re Giovanni V chiedendo che l'ospizio di Recife fosse restituito all'Ordine cappuccino per servire come punto d'appoggio ai missionari di passaggio. Il re si mostrò favorevole e già dava il suo assenso 40 ; ma inaspettatamente sor– geva l'incaglio creato dal « Consiglio delle Missioni » che preten– deva dai missionari l'annoso « giuramento di fedeltà». La cosa si strascinò per oltre un biennio, finché il nunzio apostolico mostrò alla corte come non vi fosse ancora esempio di un tal giuramento da parte dei cappuccini italiani, meritatamente stimati per la loro fedeltà al governo portoghese. Alla fine il re si lasciò persuadere e senz'altra formalità permise la partenza dei primi missionari 4 1. I due religiosi che riaprirono l'ospizio della Penha furono i pp. Bernardino da Saracena e Filippo da Alteta; partiti da Li– sbona con una flotta composta di 100 navi e salpante per l'Ame– rica, raggiunsero Pernambuco nell'agosto del 1710; al loro arrivo il governatore Sebastiao de Castro, già informato, diede ordine che fossero loro ceduti chiesa, ospizio, orto e tutto ciò che era già appartenuto ai cappuccini francesi 42 • Primo superiore fu lo stesso p. Bernardino, « uomo - scrive il Repertorio - di lettere e di virtù, lettore e maestro dei novizi nella sua provincia e già per 14 anni prefetto nell'isola di S. Tomé » 43 • A lui nel 1722 successe p. Domenico da Cesena che tenne il governo per un anno soltanto, 38 Si veda a p. 97s. Tuttavia pi:ò darsi che qualche missionario dell'interno, im– pegnato nella catechizzazione degli indios, sia rimasto più a lungo. P. Bernardo da Nantes, nel prologo del suo Katecism9 indico da lingiia Kariris, Lisbona 1709, afferma di aver lavorato tra i Cariri per lo spazio di 23 anni: il che, tenuto conto che egli subentrò a p. Martino da Nantes in Uracapa nel 1681, porterebbe la sua permanen– za sul fiume S. Francisco sino al 1703 ovvero 1704. Cf. Annaes da Biblioteca Nacional VIII, Rio de Janeiro 1880, 164; MARTIN DE NANTES, Relation succinte, 190s. 39 « Quando o tornariio a entregar foi todo damnificado ». AG'P, III/6, 5r. I « Padres Clerigos », detti anche « do habito de S. Pedro», dedicatisi nel settecen– to a un attivo apostolato indiano nella diocesi di Pernambuco, figurano in molti do– cumenti del tempo: manca però su :li essi una pubblicazione. Sui « Padres Congre– gados » o dell'Oratorio, fondati in Olinda dal sacerdote portoghese J oiio Duarte Sa– cramento nel 1667 adottando le regole di s. Filippo Neri e con lo scopo di formar dei missionari, si veda Bonifacio MULLER, O.F.M., Olinda e suas igrejas, Recife 1945, 98. 49 Cf. Domingos DE LORETO COUTO, Desagravos do Brasil e glorias de Pernam– buco, in Annaes da Biblioteca Nacional XXIV, Rio 1902, 163. 41 Cf. AV, Nunz. Portogallo, voi. 67, 316 (in data 8 nov. 1709); FIDELIS DE PRIMERIO, Capuchinhos, 168. 42 Cf. ACP, III/6, 5r; GUENNES DA SILVA MELLO, Ligeiros traços, 56. 4 a Cf. AG'P, III/6, 5r.

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