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I CAPPUCCINI DI BRETAGNA (1642-1702) 83 P. Martino, spirito osservatore e con buona preparazione al– l'apostolato missionario, come si rileva dalle sue memorie, attuò il suo programma catechetico secondo un metodo che venne via via concretando e perfezionando. Raccolti da prima un buon nu– cleo di indios e poste le basi della riduzione, cominciò a studiare i primitivi nella loro indole, nelle tendenze, nella costituzione so~ ciale e specialmente nei loro errori religiosi1 13 e, in base ai risul– tati della sua indagine, applicò quegli elementi di metodo che gli parvero più opportuni ed efficienti. Volendo, tra essi, sceverarne alcuno, si deve anzitutto notare il profondo senso di paternità di cui informò la sua azione. « Compresi subito - scrive - che se avessi potuto guadagnare il loro affetto, io sarei venuto a capo di ogni cosa, con la grazia di Dio: perciò nulla trascurai per far loro comprendere che io li amavo sinceramente e che soltanto il desiderio della loro salvezza mi aveva portato tra loro ». Così, mentre si prendeva a cuore tutto ciò che riguardava il loro benessere, la loro salute fisica e, in generale, i loro interessi, si sottoponeva a grande parsimonia per procurar loro tela, scuri, coltelli e altri oggetti necessari a incamminar l'aldea verso un principio di civiltà: « Essi rimasero meravigliati del mio modo di operare e mi con– sideravano come il loro padre, e in verità io sentivo in me una tenerezza di padre e di madre... Col tempo essi mi manifestarono tale rispetto e obbedienza che per nessun motivo si allontanavano dall'aldea senza chiedermi il permesso e, al loro ritorno, venivano a baciarmi la mano » 17 4. Naturalmente il piccolo mondo dell'aldea aveva pure biso– gno di leggi « perché i deboli trovassero un sostegno e i colpe– voli fossero trattenuti dal mal fare»; e p. Martino ne stabilì alcune, ma « sempre assai umane» in modo da prendere i primi– tivi « dalla parte del cuore». Dolcezza e comprensione usò pure nell'evangelizzazione vera e propria evitando schemi rigidi, par– tendo dalle preghiere più semplici e arrivando alle verità fonda– mentali del catechismo, illustrate con immagini adatte alla loro mentalità. Grande aiuto in questo trovò nel canto, al quale i primitivi erano assai sensibili 175 • 173 Relation siwcinte, 7-16. 174 Ib., 82s. ' 75 P. Martino così descrive il metodo adottato nei primi tempi: « Je com– mençay donc au nom de Notre-Seignelir au bout du mois, d'appeller !es Indiens à l'Eglise au son d'une petite clochette, ils y vinrent incontinent: il est à croire que la curiosité les y menoit pliìtot que la devotion. Je commençay donc à leur enseigner à faire le Signc de la Croix, me servant pour leur exemple de mon Indien; ensuite je leur enseignay le Pater, l'Ave, le Credo, et tout le reste du devoir d'un Chretien ·successivement en Langue Portuguaise, ne sçachant pas leur Langue, et parce que c'est l'usage des Portuguais parmy lesquels je demeurois. J e fis ensorte que les personnes agées apprirent comme les autres, quoyqu'au commencement ils s'excu– soient en me montrant qu'ils n'avoient plus de dents pour prononcer les mots; en ayant fait dire quelques mots à quelques uns, je !es louois, encore qu'ils pronon-

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