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78 DALLE ORIGINI AI PRIMI DEL SETTECENTO quella che è dato documentare. Del resto, bisogna tener presente che i religiosi occupati nella catechesi godevano di ampia libertà d'azione, bastando tutt'al più la licenza del superiore perché po– tessero spostarsi quasi a piacimento in zone dove più ricco si at– tendeva il risultato dei propri sforzi1 16 ; inoltre (cosa che ha pure la sua importanza) i nuclei catechetici che avevano raggiunto un certo sviluppo passavano al ruolo di parrocchie e poiché il ve– scovo diocesano, con clero scarso, non sempre vi poteva provvedere in modo efficace, infelicemente si sciolsero con la dispersione de– gli indios 147 • 2. - Su l f i u m e S . Fra n e i s e o Un gruppo di riduzioni indiane, di cui si hanno notizie pm sicure e complete, è quello sorto sul corso inferiore del Rio S. Francisco, il grande bacino fluviale che con i suoi 3161 chilometri di percorso bagna i moderni Stati di Minas Gerais, Bahia, Pernambuco, Sergipe e Alagoas 148 • L'evangelizzazione di questa zona si svolse tra le varie famiglie di indios Cari r i che vanno sotto il nome di Rodelas, Aramurus, Procas o Procazes, Acaras e altri1 49 e, secondo il Pereira 150 , ebbe luogo a partire dal 1660, con precedenza sui gesuiti e sui francescani. Accettando quest'ultima data 151 , bisogna però supporre che i primi contatti con i primitivi, appartenenti al gruppo amerindio dei G u k e alla superiore divisione dei Tap u i a s 152 , fossero stabiliti proba– bilmente in forma episodica, senza un'organizzazione sistematica ed efficiente che appare delinearsi solo verso il 1670. 146 Si veda, ad esempio, la libertà con la quale si spostavano i pp. Francesco dct Domfront e Anastasio da Audierne, secondo quanto scrive MARTIN· DE NANTES, Relation succinte, 4. 147 Cf. A. JANN, Candidus Sierra, 108; B. RoWER, A Ordern f1·anc-iscana no Brasil, 104. 148 Cf. M. DA VEIGA CABRAL, Compendio de ch01·og1•aphia, 82ss. Il nome ri– corda il fatto che i primi europei, con la spedizione alla quale partecipò Amerigo Vespucci, vi giunsero il 4 ottobre (1501), festa di S. Francesco da Assisi. Si ve– da a p.2. 149 S,i vedano le note di Frederico G. Edelweis in MARTIN DE NANTES, Relation succinte, [II] 27. 15 0 0s religiosos capuchinhos da Bahia, 39. Scrive l'Edelweis che il gesuita p. Joao Barros nel 1669 prese breve contatto con l'aldea di Sorobeba; tuttavia solo tra il 1683 e 1687 i gesuiti' poterono organizzare stabili catechesi sul fiume S. Francisco. MARTIN DE NANTES, Relation succinte, [II] 33. Sulle catechesi saéifran– ciscane dei gesuiti si veda S. LEITEl, Hist6ria da Companhia de Jesus no BrasiD V,. Rio de Janeiro 1945, 270-327. I francescani crearono il loro primo aldeamento sul . S. Francisco ( G u a n h a s o G u a 1 h a s ) solo verso la fine del secolo XVII, facendone in seguito il centro d'irradiamento per altre missioni indigene nella zona. Cf. E. DE CASTRO E ALMEIDA, Inventario dos documentos I, 26. 151 Fernando de Macedo sembra voler accennare a catechesi antecedenti an– che al 1660 scrivendo: « J. E. Wapaeus no Brazil Geographico e Historico refere que os Gapuchinhos C'Vangelizavam nas misséies ao longo do rio S. Francisco os Obatuaras, que ocupavam noutro tempo as ilhas desse rio, cujos descendentes vivem nas ilhas de Propria e Maroim. Depois do anno 1660 estabelecerem-se elles nas ald8ias do rio S. Francisco para trazerem ao christianismo os indios <lessa regiao ». O Brazil Religioso, 135. 152 S,i veda a p.7s.
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