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MARIA DI NAZARETH, EUCARISTIA ED ESISTENZA SACERDOTALE 761 tale scopo volle fare gli esercizi spirituali ignaziani. Egli racconta che, dopo tanti anni, si ricordava ancora lucidamente il momento in cui aveva avuto l'intuizione fondamentale del proprio percorso vocazionale: Anche adesso, trent'anni dopo - dice von Balthasar -, potrei ritornare su quel sentie– ro della Foresta Nera, non molto lontano da Basilea, e ritrovare l'albero sotto il quale fui colpito come da un fulmine. E ciò che allora mi venne in mente di colpo non fu né la teologia, né il sacerdozio. Fu semplicemente questo: "Tu non devi scegliere nulla; tu sei stato chiamato. Tu non dovrai servire. Tu sarai preso a servizio. Ti sarà dato, non devi fare piani di sorta, sei solo una pietruzza in un mosaico preparato da tanto tempo". Tutto ciò che dovevo fare era solo lasciare ogni cosa e seguire, senza fare piani, senza il desiderio di particolari intuizioni. Dovevo solo star lì, per vedere a cosa sarei servito". Servire o essere presi a servizio? Per servire, bisogna prima essere presi a servi– zio. "Ecco la serva del Signore. Avvenga per me secondo la tua parola" (Le 1, 38): questo è l'atteggiamento vissuto da Maria. Chi è, in questa prospettiva, il vero servo? Il servo in senso evangelico è colui, la cui esistenza prende la forma che un altro gli dona. Solo così si può veramente servire all'opera di un Altro. Diversa– mente, il servizio può rischiare di essere un'opera propria, buona, ma centrata an– cora su di sé. Il sacerdozio ministeriale ha bisogno di questa originaria espropria– zione e ricezione per poter essere strumento docibile nelle mani di un Altro. Quanto raccontato da Balthasar si connette con la storia delle chiamate di cui è piena la storia della Chiesa e prima ancora la Sacra Scrittura, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. Si tratta di una chiamata che ha la forma di un incontro. Come quello di Giovanni e Andrea di cui ci racconta il primo capitolo del quarto evangelo (Gv 1, 35-39). Un incontro, una parola - quella del Battista: ecco l'agnel– lo di Dio, ecco colui che toglie ilpeccato dal mondo! Una sequela, dapprima da lonta– no, poi dentro un confronto: che cercate? Maestro dove hai la tua dimora? Venite e vedrete. Rimasero con lui tutto il giorno. Erano circa le quattro del pomeriggio. Nulla fu più uguale a prima di quello strano evento accaduto in un momento pre– ciso: "erano circa le quattro del pomeriggio". La loro esistenza fu radicalmente cambiata. Non avevano certo capito chi fosse colui che avevano incontrato. Anzi non "capiranno" mai fino in fondo, dovranno sempre ricominciare daccapo, ac– corgendosi continuamente dello scarto tra quell'incontro e la propria incoerenza, il proprio limite, il proprio peccato. Occorrerà un dono dall'Alto, il dono dello Spirito promesso, per fare di loro testimoni di quell'Uomo, crocifisso e risorto.

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