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MARIA DI NAZARETH, EUCARISTIA ED ESISTENZA SACERDOTALE 759 il figlio nato dal suo grembo ad un "concetto" ad uso e consumo dei nostri sistemi mentali: Maria ci ricorda che Cristo non è il nome che diamo ai nostri progetti, ma e Uno tra noi. Nessuno è esente dal rischio di abituarsi alla sua "dolce presenza" (eius dulcis praesentia) e di tramutarla in un discorso che non tocca la vita reale. Anche i sacerdoti possono rischiare di perdere quello "stupore eucaristico" così essenziale alla vita cristiana e alla autentica esistenza sacerdotale. È lo stupore euca– ristico, infatti, che ha sorpreso i discepoli di Emmaus (Le 24). È lo stupore che prima ancora ha preso i discepoli in quell'ultima cena in cui Gesù si è chinato a la– vare i loro piedi ed ha istituito il sacramento dell'amore, il Sacramentum Caritatis. È lo stupore eucaristico di cui ci ha parlato tante volte Giovanni Paolo 118 e che Benedetto XVI ha ripreso e rilanciato vigorosamente nel suo magistero 9 • In defini– tiva e l'amore che stupisce 10 • Come sono vere le parole di Gregorio di Nissa a questo proposito: "i concetti creano gli idoli di Dio; solo lo stupore fa conoscere" 11 ! Maria sta, dunque, a ricordarci innanzitutto la "carne" del Figlio, contra– stando, per così dire, il rischio mai eliminato di ridurre a "discorso" il nostro rap– porto con colui dal quale dipende tutto il senso della nostra esistenza. Maria sta con la sua semplicità di donna come antidoto allo "gnosticismo" ricorrente che non "sopporta la carne di Cristo" 12 • Ricordiamo a questo proposito l'interessante e pro– vocatoria affermazione di Romano Guardini, uno dei maestri di Benedetto XVI, riguardo al cristianesimo come la religione obiettivamente "più materialista", per– ché ha nel suo fulcro centrale il mistero della incarnazione, della risurrezione della carne e ha come suo memoriale un corpo donato 13 • 3. Così siamo portati a considerare come la posizione di Maria riporta gli occhi del nostro cuore a Cristo vivente. Il dogma mariano - come si può dire in buona teologia - non è una nota dolce e tenera nella rigorosità distaccata del dogma cri– stologico - ma è ad esso intrinsecamente funzionale. Esso ci ricorda che Cristo 8 Cf. Ecclesia de Eucharistia, 5-6. 9 Cf. SCa l. 1 ° Cf. XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Relatio ante discepta– tionem, I; A. Scola, Lo stupore eucaristico. Conversazioni dal Sinodo, Milano 2006. 11 La vita diMose (PG 44, 377B). 12 Cf. Tertulliano, De Carne Christi, IV,1-3; per un commento cf. B. Sesboiié, Gesu Cristo nella tradizione della Chiesa. Per una attualizzazione della Cristologia di Ca/cedonia, Cinisello Balsamo 1986. 13 Cf. R. Guardini, Studi su Dante, Brescia 1967, 231.
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