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MARIA DI NAZARETH, EUCARISTIA ED ESISTENZA SACERDOTALE 779 che il celibato comporta trova nel sacrificio eucaristico il suo senso ed il suo mo– dello. Un corpo donato senza riserve per amore, dato in modo irreversibile come atto supremo sponsale: questo è il senso anche del celibato come parte qualificante della forma eucaristica dell'esistenza sacerdotale. Le difficoltà a comprendere e a vivere tale bellezza non scalfiscono minimamente il fascino di una vita data - corpo e spirito - per amore. Anche questo è autentica logiké latreia. C. Umiltà sacerdotale Infine, la considerazione della figura mariana nella vita sacerdotale ci spinge a riconsiderare il tema dell'umiltà come tema contemporaneamente cristologico, spirituale e sacerdotale. L'umiltà non è virtù ausiliaria; i santi ci testimoniano co– me essa appartenga alla natura stessa di Dio come amore 60 • È mediante l'umiltà che Dio, in forma kenotica, entra in rapporto con noi e coinvolge la nostra libertà. È nella forma dell'umiltà che Dio discende nella condizione umana per redimerla e per coinvolgerla liberamente. Il Dio umile si appella alla umana libertà nella forma dell'umiltà. Il sacramento eucaristico appare qui anche come sacramento dell'u– miltà di Dio. In tal modo Maria, che nel suo Magnificat canta a Dio che "ha guar– dato all'umiltà della sua serva" (Le 1, 48), emerge qui come umile ancella che corrisponde a tale dono. Cosa può voler dire questo per il sacerdozio ordinato che si lascia illuminare dal mistero mariano affinché il mistero celebrato divenga nel tempo ogni giorno di più forma della propria esistenza sacerdotale? Il compito del sacerdote, a comin– ciare dalla liturgia eucaristica, comporta il ruolo della presidenza. Ruolo che nella società attuale non sembra certo essere caratterizzato dalla umiltà. Ma anche qui Gesù ci richiama alla verità evangelica: "io sto in mezzo a voi come colui che serve" (Le 22, 27). L'icona della "lavanda dei piedi" permane come la figura fondamen– tale di ogni esercizio di presidenza nella Chiesa 61 • Colui che si fa piccolo e servo di tutti, questi è il più grande. Da ciò si comprende che se la vita spirituale del presbi– tero deve tendere alla conformazione a Cristo, questa non potrà che essere plasma– ta dalla virtù della umiltà. Una lettura veramente teologica di questa virtù eviterà opportunamente quelle visioni piuttosto deboli ed ambigue che fanno dell'umile più un insicuro psicologicamente ed intellettualmente che un uomo afferrato e 60 È ancora san Francesco nelle Lodi di Dio Altissimo ad esclamare: "Tu sei umiltà" (Ffr, 261). 61 Cf. SCa 1

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