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626 BARBARA FAES DE MOTTONI Come si ricostruisce da riferimenti di alcune lettere, Fedele ed Antonio Maria da Vicenza ne avevano scritto anche altre, che non sono riuscita a reperire negli Archivi spogliati. Si tratta sostanzialmente di quattro lettere: tre di Fedele e una di Antonio Maria. Di quelle di Fedele, una è indirizzata a Bernardino, databile tra il 20-24 marzo 1867, ossia all'inizio di tutta la spinosa faccenda; un'altra è inviata ad Antonio Maria, posteriore al 26 novemhe 1872, ma della quale fortu– natamente è nota la parte conclusiva; un'altra infine è inviata in curia ad Ambrogio di Castelfranco e in essa si discutevano criticamente le annotazioni di Antonio Maria al Breviloquio. La lettera di Antonio Maria, definita - come si vedrà - da Fedele violentissima, è indirizzata a Bernardino ed è scritta tra la fine novembre - dicembre del 1872. Poiché le epistole esaminate non riguardano esclusivamente il lavoro dei due Francescani intorno al Breviloquio, ma affrontano molteplici e svariati temi ine– renti i loro confratelli, la vita dell'Ordine e i difficili momenti politici, a Roma come nel Veneto, in seguito alle soppressioni e all'espansione del nuovo stato ita– liano, di esse si dà conto e si trascrivono soltanto le parti riguardanti l'argomento in esame, anche se limitate soltanto a pochi accenni. L'indagine è articolata in due parti: nella prima, alla luce dei dati biografici del Borgo e di Fedele, si ricostruisce la loro attività d'insegnamento, le loro inizia– tive scientifiche e si interroga cronologicamente tutta la documentazione reperita. Da essa emerge che Antonio Maria da Vicenza nel 1862 - dunque prima che Fe– dele iniziasse ad esporre il Breviloquio ai suoi studenti - aveva compilato e pubbli– cato delle tavole su questo testo; che Fedele dovrebbe aver composto un commen– to al Breviloquio, nel 1870 sottoposto per un giudizio al confratello, ma che tale commento non sembra essere quello a noi pervenuto; che Fedele aveva estratto dal Breviloquio delle "tesi" e il Borgo, almeno in una parte della sua esposizione, si è servito di esse senza citarne la paternità. Nella seconda parte si descrivono breve– mente i due commenti, e si confronta una sezione comune di essi alla ricerca di ulteriori elementi giustificativi a sostegno delle proteste del da Panna. Dietro i nobili libri, dietro le grandi e acclamate imprese ci sono spesso storie di ordinaria miseria: baruffe, invidie, sottrazioni, mugugni: questo ne è un esem– pio: Antonio Maria da Vicenza ne esce un po' ridimensionato, Bernardino, all'origine di tutta l'impresa, risulta il paziente e irenico ascoltatore dei malumori di Fedele; quest'ultimo anche se un poco ossessivo nelle sue rimostranze ed ecces– sivo nelle sue proteste, è comunque la figura più sincera, con un grande senso di giustizia, di lealtà, capace di perdonare, ma non di dimenticare. Il Breviloquio è il

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