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FEDELE DA FANNA, ANTONIO M. DA VICENZA E IL BREVILOQUIO 677 dottrinale e attente a richiamarsi all'insegnamento di Bonaventura 10 7 , mentre quel– le di Antonio Maria sono più sintetiche. A prima vista tutto ciò induce a ritenere che nella confezione di esse il Borgo, anche in questo caso, abbia usato materiale del confratello, riproducendolo ora alla lettera, ora dopo un'operazione di "pota– tura", e abbia adottato così le medesime procedure messe in atto nella costruzione dei sommari della parte IV. Poiché però allo stato attuale, questa ipotesi non può essere confermata da altri elementi, poiché inoltre Fedele nelle sue accuse di plagio non fa mai riferimento alle note storiche, ma solo alle tesi come si è visto, anche in questo caso è preferibile non emettere giudizi di colpevolezza nei riguardi di Anto– nio Maria da Vicenza. Conclusione Se fino a oggi il materiale documentario a disposizione - limitato essenzial– mente al carteggio tra Fedele e Bernardino - induceva a ritenere che Fedele avesse tutte le ragioni di accusare il confratello di plagio, la scoperta di nuove lettere di Antonio Maria da Vicenza e di suo materiale di lavoro ridimensiona la portata delle accuse del da Fanna, ma allo stesso tempo fa emergere nuovi aspetti della vi– cenda che anziché chiarirla, la complicano. Così nello svolgimento di essa l'unico dato avvalorato da una prova docu– mentaria inoppugnabile è l'utilizzo di tesi di Fedele da parte di Antonio Maria da Vicenza per confezionare i sommari della parte IV del Breviloquio: in relazione a ciò il da Fanna ha giustificate ragioni per protestare contro il comportamento del suo antico maestro, non tanto perché ha utilizzato materiali inediti altrui, ma perché non ne ha chiesto il permesso e non ne ha dichiarato l'origine, neppure dietro un'esplicita richiesta dell'autore. Per tutto il resto, però, la vicenda presenta lati ancora oscuri e insoluti, che si possono sintetizzare in questi punti: - La lettera di Antonio Maria del 1870 sembra indicare che il da Panna aveva composto un commento al Breviloquio più ampio e completo di quello rima– sto, dunque un secondo commento a questo testo, inviato non si sa da chi e per quale motivo ad Antonio Maria. - Il confronto fra le poche tesi del da Fanna sulla I parte del Breviloquio e le corrispettive ritrovate tra le carte di Antonio Maria non permette di stabilire con certezza se queste ultime siano opera sua o del da Fanna, e conseguen- 107 Soltanto una di esse appare nella parte citata e riguarda In I Sent., d. 2, art. 1, q. 1.
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