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FEDELE DA FANNA, ANTONIO M. DA VICENZA E IL BREVILOQUIO 639 una missiva, presumibilmente del 23 o 24 novembre4 8 , non ritrovata, ma della quale è noto il contenuto della parte conclusiva 49 • Come emerge da essa e da riferi– menti reperibili in altre 50 , inizialmente l'opposizione di Fedele alla pubblicazione del Breviloquio del Borgo è dettata eminentemente da motivi scientifici, e dal tentativo di evitare in seguito a ciò possibili fratture all'interno della medesima Provincia cui appartengono, e non da motivi di plagio 51 • Anzi sono proprio queste ultime che egli, per cercare di dissuadere il vecchio maestro, avanza, consapevole che il nuovo, accidentato, tutt'altro che pacifico percorso di indagine intrapreso sui mss. bonaventuriani, finalizzato alla "grande" edizione delle opere del Serafico, anche in forza di impreviste scoperte, ridiscute e mette in crisi vecchi assetti ecdotici con il rischio di sconfessarli, e che il lavoro di Antonio Maria si basa su un testo del Breviloquio non sufficientemente fondato dal punto di vista critico 52 • Perché non si ritenga che nella medesima Provincia Riformata operino due scuole di Bonaventura in concorrenza tra di loro, il lavoro in questione dovrebbe essere accettato e ripubblicato nella "grande edizione", afferma Fedele, il quale non com– prende o non vuole comprendere che, proponendosi esso come testo funzionale all'apprendimento dei frati della teologia dogmatica, ha in prima istanza finalità diverse da un'edizione critica definitiva vera e propria. Ora non solo il da Fanna 48 Le date dell'itinerario dei viaggi scientifici del da Panna riportate da Meneghin, Il Padre Fedele da Fanna, 435-442, attestano che egli fu a Saint-Trond il 2, 7, 14, 18, 23, 24 novembre (cf. 435-436). Poiché la lettera di Antonio Maria è datata 16 novembre, considerate le distanze, ritengo che probabilmente la risposta portasse la data del 23 o 24 novembre. 49 Il contenuto è riportato in un'altra lettera di quasi due anni dopo, quella del 12 maggio 1874 indirizzata da Fedele a Bernardino, cf. infra, p. 660. 50 " [•••] senza screditare nel resto il Breviloquio nel quale si cita qualche opera spuria giudi– cata tale dal Bonelli, e sono tanti altri difetti (cf. infra, p. 646, lettera senza data)"; "[...] Le avevo detto io nel Belgio: per carità, Rev.mo., non permetta la ristampa del Breviloquio, perché constandomi che il p. l. Antonio non lo comprende bene, io, senza volerlo, sarò in lotta con lui; e, nel mio cuore, soggiungeva, forse per non fare e perpetuare in Provincia una divisione, sarò costretto ad abbandonarla" (Lettera del 5 maggio 1874, cf. infra, p. 657). 51 Di plagio si parlerà più avanti nelle lettera senza data e in quella del 28 aprile 1874. 52 Più precisamente Antonio Maria (cf. p. 12) si serve dalla terza edizione del Breviloquio curata da C. I. Hefele, Tiibingen 1861 - basata su 9 mss. monacensi e 6 edizioni antiche - che collaziona con un'edizione del 1484 priva dell'indicazione del luogo di stampa. Gli editori di Qrniracchi (t. V, 1891) basano la loro edizione sulla collazione di 23 mss. (ma ne segnalano ben 227) ed edizioni antiche, e ritengono (p. XVI, n. 10) che l'edizione 1484 usata da Antonio Maria, che contiene non solo il Breviloquio, ma anche altre opuscoli di Bonaventura, sia stata stampata a Colonia nell'officina di Barthel de Unckel (p. XVII, n. 11).

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