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FEDELE DA FANNA, ANTONIO M. DA VICENZA E IL BREVILOQUIO 637 Borgo. Quest'ultima considerazione solleva però il problema della possibilità che circolassero ben due commenti di Fedele. Comunque, sebbene la ricostruzione della contestualizzazione di questa missiva resti lacunosa e problematica, è un dato di fatto che mentre Fedele nel 1870 mette a punto un piano dettagliato per la nuova impresa affidatagli, prende accordi con l'editore Marietti per la pubblicazione, confeziona un opuscolo sul primato e l'infallibilità del pontefice basandosi su passi bonaventuriani 40 , e dal 1871 potenzia i suoi viaggi in Italia e dal maggio del '72 all'estero alla ricerca di co– dici e vecchie edizioni, Antonio Maria da Vicenza, il suo antico maestro che a le– zione gli commentava il Breviloquio, non resta inoperoso, anzi lavora alacremente. Infatti egli sta preparando un'"edizione" del Breviloquio, non sappiamo se dietro suggerimento di Bernardino stesso dopo la resa di Fedele a proseguire, oppure già prima e per sua iniziativa personale. Lo annuncia prima, il 16 settembre 1872, al suo Superiore, il Portogruaro, informandolo dell'articolazione complessiva del suo lavoro 41 , poi "per conoscenza" due mesi dopo a Fedele stesso, in una lettera nella quale sbrigativamente e come cosa ufficialmente nota gli comunica la natura del lavoro intrapreso, lo stato di composizione già avanzato e lo invita ad acquisire informazioni pratiche circa le migliori condizioni economiche di stampa di esso: [...] Avrà Ella già inteso dal P. Rev.mo che io sto approntando una edizione del Breviloquio, riportando per intiero le principali citazioni del S. Dottore, colle Tavole ed altre parole aggiunte. Già a quest'ora sono in fine della seconda parte, cosi che, se Dio mi concede salute, fra qualche mese sarà finito il lavoro. Ma per la stampa (riuscirà un bel volume di almeno 700 pag. in 8°) ho bisogno di sentire il parere di chi può essere pratico. Il P. Rev.mo le avrà forse detto la sua proposta, che cioè, non fidandosi di fare la stampa intieramente a conto suo (non essendo in piedi la nostra Provincia), se la tipografia Emiliana la facesse a conto suo proprio, egli ne prende– rebbe duecento copie a solo costo di stampa. Prima però di parlare coll'Emiliana 40 V. Meneghin, Il Padre Fedele da Fanna, 66-70. 41 "(...] Non volendo cimentare di più la pazienza di Lei, mi limito a dirle che ho già co– minciato coll'aiuto del buon e premuroso p. Giovanni, metter in netto nella copia mss. di Piegadi le Citazioni di S. Bonaventura. L'ordine da preferirsi a mio vedere sarebbe 1. Titolo del capo, 2. ( come i Sommarii che si veggono in tanti libri) (a caratteri minuti) Theses contentae in hoc capite, 3. Testo, 4. Citazioni, il più che si può anche intiere, di S. Bonaventura, 5. Tabula eiusdem capitis, 6. Errores contra dogmata contenta in hoc capite et auctoritates ad ea confìrman– da, 7. De quaestionibus adiaphoris ad hoc caput spectantibus. I due ultimi numeri non avrebbero luogo che in alcuni capi. A me pare che si avrebbe un sufficiente testo pel momento [...]" (Let– tera del 16 settembre 1872, AGOFM, Venetia S. Antonii Ref. 1866-1875/2, SK 728, c. 239).
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