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SAN BONAVENTURA ALL'INDICE? 535 parte del testo però ci è stato trasmesso proprio all'interno della formulazione della censura che qui viene pubblicata: il censore infatti, prima di esprimere le sue riflessioni negative sull'opera del Barbieri ed enucleare la corretta dottrina, riporta normalmente brevi passi dall'opera di Bartolomeo da Castelvetro, a cui fa seguire le sue annotazioni critiche e le sue refutazioni. Autore della censura è il carmelitano scalzo Mattia da Santa Maria, consul– tore della Suprema Congregazione del Santo Officio, sul quale si desiderano più precise notizie bio-bibliografiche. Di lui sappiamo soltanto che, oltre ad essere consultore della Suprema, fu anche provinciale di Roma, e come tale partecipò al capitolo generale dei carmelitani scalzi, che fu celebrato a Roma dal 9 al 18 maggio 171 O. Si spense nella stessa città nel 1718 7 • Dal testo della censura, come già detto, oltre che parte del testo originale del Barbieri, possiamo conoscere anche l'organizzazione interna e soprattutto il conte– nuto della Theologia mistica di San Bonaventura, attribuita al Serafico Dottore proprio perché estratta normalmente dai suoi scritti, e in modo particolare dell'Iti– nerarium mentis in Deum. L'opera doveva essere divisa in due parti. La prima, di carattere teorico, esponeva la dottrina dell'idea di Cristo, Dio e uomo, e quindi la possibilità di avvicinarsi e ascendere a lui per un triplice cammino: il primo a parti– re dalle cose sensibili e proposte dalla fede, come dalla considerazione della vita e passione di Cristo, dall'uso dei sacramenti e dall'esercizio delle virtù; il secondo dalle cose naturali spirituali, come dalla conoscenza dell'anima, dei suoi atti e dei suoi abiti; il terzo dalla cose soprannaturali, come le perfezioni divine sia assolute che relative. La seconda parte della Theologia mistica era di carattere pratico ed espone le definizioni, le specie, i principi e le disposizioni della preghiera sia mentale che vocale e mista, dimostrando quale preghiera sia più perfetta e gradita a Dio. Anche il censore Mattia da Santa Maria distribuisce in due sezioni il suo esa– me e la sua censura, la prima più riassuntiva, la seconda più analitica. In definitiva egli individua nella prima parte della Theologia mistica ben 103 proposizioni di contenuto erroneo o dottrinalmente non accettabili, mentre nella seconda parte le me negativo è stato il risultato delle ricerche effettuate in altre biblioteche romane per rinvenire il testo in questione. Si tratta in particolare della Biblioteca Nazionale Centrale, della Biblioteca Apostolica Vaticana, delle biblioteche Angelica, Vallicelliana e Corsiniana. 7 Devo questo notizie a padre Ildefondo Moriones Zubillaga, che ringrazio di cuore. Su Mattia di Santa Maria cf. comunque Acta Capituli Generalis OCD, Congregationis Sancti Eliae, vol. III: 1701-1797, a cura di Antonio Fortes (Monumenta Historica Carmeli Theresiani, 14), Roma 1992, 115-145.

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