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510 SERVUS GIEBEN non facile di inventare, per il frontespizio, un'immagine allegorica in cui le caratteristiche dottrinali dell'uno e dell'altro dottore andavano rispettate, toccava al disegnatore Francesco Iambel, al quale certamente Francesco Macedo avrà dato il suo aiuto con esatte istruzioni. Descrizione della stampa La stampa porta il titolo abbreviato del volume. Sormontato dalla testa di un angioletto, nel centro, sotto i due santi inginocchiati, si legge in un cartiglio: COLLATIONES DOCTRINJE S. THOMJE ET SCOTI. Nel centro in alto, in una nube, appare la mano di Dio, giusto giudice. Tiene una bilancia con i piatti perfettamente uguali. La scritta ammonisce JEQUATO EXAMINE LANCES. Le figure sottostanti nella parte sinistra della stampa si riferiscono a san Tommaso e alla sua dottrina, mentre le immagini a destra hanno riferimento al beato Duns Scoto. Inginocchiati in faccia l'uno dell'altro, sopra le nuvole, e alati tutti e due, Tommaso e Scoto esprimono innanzi tutto la loro unione nella ricerca della Ve– rità, estendendo verso l'altro il braccio con la mano aperta quasi per dare all'altro l'onore della parola e della dottrina. La stessa idea viene anche espressa dalle due ali dei personaggi che si raggiungano. La scritta DUJE PENNJE SINGULORUM IUNGEBANTUR è una citazione dal primo libro di Ezechiele, versetto undeci– mo, cioè proviene dalla visione dei misteriosi esseri viventi che, uniti, sostengono il carro di Jahweh. Lo stesso significato hanno i due candelabri con la luce accesa e con un ramo d'olivo, a destra e a sinistra sopra i santi, come conferma il testo che li accompagna Hl SUNT DUJ.E OLIVJ.E - ET DUO CANDELABRA, mutuato dal libro dell'Apocalisse 11, 4. Tommaso veste da domenicano ed è aureolato. Sul petto porta il simbolo del sole splendente 8 • Quale sia il significato di questo emblema per Macedo, egli stesso spiega in un elogio dedicato a san Tommaso, impresso nelle pagine introduttive del primo volume: 8 Il simbolo proviene da una visione del lettore domenicano Alberto Manducasinus di Brescia (circa 1314) che vide il santo accanto a sant'Agostino, avendo sul petto una pietra preziosa "che illuminava la Chiesa". Questa pietra si trasformava nell'arte nella forma di un disco raggiante che fu presto interpretato come un sole. Cf. J.J.M. Timmers, Symboliek en icono– graphie der christelijke kunst, Roermond - Maaseik 1947, 997-998.

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