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508 SERVUS GIEBEN Gli autori La stampa (Tav. 2) misura 29,2 x 19,3 cm. In basso, a destra, è fumata: 1 Ruphon, sculp. e, a sinistra, Frane. Iambel. del L'incisore fu quindi Jacopo Ruphon, attivo a Padova nella seconda metà del secolo XVII5. Il disegno preparatorio fu eseguito da Francesco Iambel, un artista non meglio conosciuto, forse di origine francese". Già nel 1654Jacopo Ruphon aveva lavorato per l'editore Pietro Maria Frambotti, inci– dendo a bulino il frontespizio del volume di Ottavio Ferrari, De re vestiaria libri septem (Padova 1654). Questa volta, invece, incideva nel rame il frontespizio di un'opera molto più importante, in tre volumi (Padova 1671, 1678, 1680), di Francisco da Sant'Agostino Macedo (1596-1680). Dapprima gesuita (1610), era passato poi ai minori Riformati (1642) e in seguito agli Osservanti (1645). Benché fosse di origine portoghese, era divenuto cittadino veneto, e professore pubblico a Padova, dove insegnò teologia, celebrato per la portentosa erudizione e facondia 7 • Secondo l'usanza del tempo, il titolo della principale opera del Macedo è prolisso, ma ha il vantaggio che riesce bene a rilevare il contenuto trattatovi. Ecco l'iscrizione: COLLATIONES DOCTRINAE S. THOMAE, ET SCOTI, Cum differentiis inter utrumque: TEXTIBUS UTRIUSQUE FIDELITER PRODUCTIS, Sententiis subtiliter examinatis, und Graphik des spaten 16. und des 17. Jahrhunderts (Iconographia franciscana, 6), Roma 1992, Kat. 183. 4 Una breve descrizione, del tutto insufficiente si trova in Joannis Duns Scoti... Positio super cultu ab immemorabilipraestito atque virtutibus ex officio concinnata, Roma 1988, 906. 5 Il suo nome Jacopo è ricordato anche come Giacomo Giuseppe, mentre il cognome si scrive Ruphon, Ruffoni, Ruffone Rufonio, Ruffonus, Ruphonus. Il Museo Francescano possie– de diciotto delle sue incisioni. 6 Bénézit segnala un Dimanche Jambelle, pittore a Parigi, morto prima del 1649. Cf. E. Bénézit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs. Dessinateurs et Graveurs, vol. 6, Paris 1976, 25. 7 Tra i suoi scritti, egli stesso menziona 2600 poemi, 500 elegie, 3000 epigrammi, 912 epi– stole, poi tragedie, commedie, scritti di teologia, storia, diritto e altro. Per le sue pubblicazioni, da gesuita, si veda Bibliotheque de la Compagnie deJésus, nouvelle éd. par Carlos Sommervogel, Bruxelles/Paris, 1890-1932, vol. V, 244-246; i suoi scritti francescani sono elencati da Ioannes a S. Antonio, Bibliotheca Universa Franciscana, I, Madrid 1732, 362-368.

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