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518 SERVUS GIEBEN Conclusione Dal punto di vista artistico, la stampa di Giacopo Ruphon, che illustra il frontespizio del volume Collationes doctrinae S. Thomae et Scoti di Francesco Ma– cedo, non può essere considerata un capolavoro. Eccetto la prospettiva del piano terreno con l'esercito in marcia, essa è essenzialmente statica, con una divisione verticale delle figure, ordinate in modo parallelo. Molte delle immagini rappresen– tano simboli ben conosciuti: la mano di Dio, la bilancia, l'ostensorio, l'Immaco– lata, coronata da dodici stelle e in piedi sulla mezzaluna, i candelabri con l'olivo e, naturalmente, l'aquila. Non del tutto ignorati sono i personaggi alati, frequenti perfino nell'arte latinoamericana 19 • Nella nostra stampa, però, l'ala di san Tomma– so e del beato Duns Scoto ha un significato particolare, spiegato dal testo biblico che suggerisce l'unione dei due personaggi nel difendere la causa di Dio. L'applica– zione del simbolo della fenice alla persona di Duns Scoto è, per quanto sappiamo, del tutto singolare e unica. Come sembra anche originale ed esclusiva, l'idea del Macedo di paragonare il sistema tomista con un esercito ben organizzato, all'assal– to di una torre fortificata, munita di artiglieria grossa, che sarebbe lo scotismo. Nella raffigurazione, invece, del globo terrestre in due parti, l'una abitata e colta e l'altra vuota con una sola stella, è difficile intuire, come la parte abitata dovesse rappresentare la dottrina tomistica rivolta a far toccare le cose concrete, mentre la parte vuota sarebbe il mondo scotista ancor tutta da scoprire sotto la guida della stella brillante del Dottore Sottile. Certamente non possiamo negare che l'incisore Giacomo Ruphon e il suo ispiratore Francesco Macedo mancassero di una buona dose di fantasia, senza dubbio apprezzata dai lettori del Seicento barocco. Appendice! Elogio di Francisco da Sant'Agostino Macedo su san Tommaso, Dottore Angelico [fol. blr-b3r] S.THOMAE DOCTORIS ANGELICI ELOGIUM Quantus est Thomas, qui Solem capit? 19 J. Lara, Il vulcano e le ali: the iconography of]oachim of Fiore in Latin America, in Florensia 13-14 (1999-200) 159-169, ili.

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