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IL PROLOGO ALLA "METAPHYSICA" DI FRANCESCO DELLA MARCA 389 Sono in complesso 23 quaestiones della Metaphysica inserite senza un piano preciso o non individuabile a prima vista: esattamente, 12 del I libro; 2 del Il; 3 del III; 4 del IV; 1 del V; I del VI. Per quanto riguarda il testo, le 23 quaestiones presentano le usuali e normali differenze con gli altri testi collazionati. Riguardo al manoscritto A, possiamo per ora dire che si tratta di un'opera composita, formata con gli apporti da opere diverse (quodlibet, distinctiones, quae– stiones, etc.) di autori diversi. Le quaestiones di Francesco si trovano frammiste a quelle della Metafisica di Scoto. Il codice si compone di 206 fogli (lra-206vb) 20 • Ci domandiamo: come mai 23 quaestiones (se non ce n'è sfuggita qualcuna, il che non sarebbe impossibile!) sono andate a finire dentro un altro contenitore? Come si può constatare, anche in questo caso il nostro Autore continua a proporci delle difficoltà non facilmente districabili! 5. Cinque ''quaestiones"scomparse Un altro piccolo rebus ci viene proposto dal manoscritto M: nell'indice, che esso riporta al foglio 70ra, sono segnate delle quaestiones che in realtà non com– paiono nel testo. Esse sono le seguenti: Libro V: "Vtrum finis habeat racionem cause secun– dum esse quod habet extra in effectu". Libro VII: "Vtrum accidens in abstracto sit magis ens quam in concreto". "Vtrum substancia sit prius intellecta a nobis quam accidens". "Vtrum materia prima habeat aliquam actualitatem". "Vtrum accidens possit intelligi sine subiecto". Inoltre, la seconda quaestio del libro VI è presente in S, mentre non si trova in M: "Vtrum quodquid sit demonstrabile de eo cuius est". 20 Inc. <lra>: "Questio prima". <Manu recentiori>: "Questiones quodlibetales". "Cuncte res difjìciles, ait Salomon, Ecclesiastes primo. Et cui intelligat eas esse diffìciles, non potest eas, inquid, homo explicare sermone". Expl. <206va>: "Et uniuersaliter, quicumque attenptat facere actum ordinis quem non habet, est irregularis, et irregularitas est pena inflicta a canone, sicud patet, ubi supra, maxime si sic faciens sit talem penam sibi inflictam".

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