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UNA "QUAESTIO" DI SCOTO INTORNO ALLA NATURA 309 A. Il Principio di individuazione consiste nei molti accidenti aggregati Duns Scoto presentando la teoria secondo la quale un'aggregazione di acci– denti fa il principio di individuazione, si riferisce tra gli altri a Porfirio attribuendogli l'opinione secondo cui l'individuo è composto di sette proprietà 34 • Per Porfirio gli individui vengono determinati così perchè in ciascuno di loro c'è una collezione delle proprietà che non esiste in nessun altro individuo 35 • Altre autorità riportate da Scoto sono: Boezio, Damasceno ed Avicenna. Secondo Boezio una proprietà degli individui non è comune a niente, poichè le proprietà che a causa degli accidenti caratterizzano l'individuo, si uniscono con la forma e la figura dell'individuo e non convengono nell'altro. Se dunque le pro– prietà in nessun altro ente convengono nello stesso modo, non possono essere co– muni a un altro ente; in questo caso niente partecipa a questa proprietà 36 • E in un altro testo riportato da Scoto, Boezio sostiene che la varietà degli accidenti fa la differenza numerica 37 • Anche secondo Giovanni Damasceno la differenza tra gli individui consiste nei differenti accidenti appropriati, perchè in ogni cosa, in cui si differisce la sua ipostasi dalla sua specie, si tratta della differenza avventizia, cioè d'una proprietà caratteristica e d'una qualità individuale che è l'accidente 38 • Riguardo l'ultima autorità citata da Scoto, la natura ha bisogno delle disposizioni e degli accidenti per poter essere individualizzata 39 • 34 In Metaph., VII, q. 13, n. 13, (OPh, IV, 219): "Porphyrius: individuum constat ex sep– tem proprietatibus". Queste proprietà sono: forma, figura, locus, stirps, nomen, patria, tempus. 35 Porphyrius, Liber praedicabilium, cap. 'De specie', (AL 1/6, 13-14; ed. Busse 7.21-23); cf. InMetaph. VII, q. 13, (OPh, IV, 220, nota 26). 36 Boethius, In Isagogen Porphyrii [ed. secunda], III, cap. 11, (CSEL 48, 235; PL 64, 114C); cf.InMetaph., VII, q. 13, (OPh, IV, 220, nota 27). 37 Boethius, De Sancta Trinitate, cap. 1, (ed. C. Moreschini, 168; PL 64, 1249D); cf. In Metaph. VII, q. 13, (OPh, IV, 220, nota 28). 38 Ioannes Damascenus, Introductio dogmatum elementaris [cap. 4], (cod. Vat. Chigi A.VIII.245, f. 77ra); PG 95, 103; cf. InMetaph., VII, q. 13, (OPh, IV, 220, nota 29). 39 Avicenna, Liber de philosophia prima, tr. V, cap. 2, (AviL 240); cf. In Metaph. VII, (OPh, IV, 220, nota 30). Cf. anche la traduzione italiana: Avicenna, Metafisica, a cura di O. Lizzini e P. Porro con testo arabo e latino, Milano 2002, 469: "Quanto a quelle [nature] che hanno bisogno della materia, esse esistono solo con il fatto che esiste la materia disposta [ad accogliere] perciò alla loro esistenza si accompagnano accidenti e stati esterni in virtù dei quali esse si individualizzano".
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