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344 WITOLD G. SALAMON vidualità d'un individuo dall'altro. La riconosciamo soltanto per la funzione che compie nell'ente. V. CONCLUSIONI La metafisica di Duns Scoto punta sull'individuo. La natura di una cosa, cioè dell'individuo si spiega con il principio di individuazione che è in Scoto una realtà positiva aggiunta alla natura comune. Il Dottore Sottile respinge tutte le prece– denti teorie di individuazione che vengono divise in due gruppi: teorie positive e negative di individuazione. Positive sono quelle secondo le quali la natura viene individuata per qualche elemento intrinseco positivo e diverso dalla natura stessa. I sostenitori delle teorie negative di individuazione al contrario suppongono che non c'è nella struttura metafisica dell'ente un elemento individualizzante altro che la natura stessa. Secondo Scoto dunque né l'aggregazione degli accidenti, né la quantità, né la materia, né l'essere d'esistenza attuale, né la relazione con l'agente produttivo ci forniscono una soluzione adeguata del problema di individuazione. Nean– che le teorie negative di individuazione (la natura da sé è singolare, il principio di indi– viduazione consiste nella duplice negazione, la singolarità della natura si spiega mediante l'intelletto) danno secondo il Dottore Sottile la spiegazione su come vie– ne individualizzata una cosa. La risposta di Scoto è di un principio formale che viene chiamato nell'Jn Me– taph. una forma individualis oppure un gradus che è unitamente contenuto (uni– tive contentus) nel singolare composito con la natura specifica. La denominazione più famosa di questo principio è haecceitas, la quale appare nell'Jn Metaph. VII, q. 13 due volte come haecitas. La natura di una cosa singolare consiste allora, se– condo Duns Scoto, in un principio positivo intrinseco, il quale è una realtà posi– tiva aggiunta alla natura che la determina alla singolarità o individualità. Per sottolineare l'eccezionalità e l'irripetibilità dell'individuo Scoto parla di differenze individuali, cioè delle caratteristiche di una cosa che non si ripetono in nessun altra cosa. Così l'individuo è numericamente uno e non si può dividere in molti enti ed è numericamente distinto da ogni altro ente. Il concetto di differenza indi– viduale vuol dire che un individuo è diverso da un altro individuo e, secondo l'esempio di Scoto, questa pietra non può essere un'altra pietra. I testi, che abbiamo analizzati, attribuiscono alle differenze individuali la ca– ratteristica: primo diversae, cioè nel senso primo e sostanziale diverse. Questo tipo di differenze sono entità primieramente diverse, cioè eccezionali, irripetibili. La lo-
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