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340 WITOLD G. SALAMON riteneva già la precedente scuola francescana (Riccardo di Mediavilla, Matteo d'Acquasparta, san Bonaventura) 193 . Nel primo contatto della virtù conoscitiva con la cosa (intentio prima) comprendiamo, secondo il Dottore Sottile, in modo indistinto la quiddità della cosa in due modi: 1) come esitente (in conoscenza in– tuitiva) oppure 2) indipendente dalla esistenza attuale della cosa (in conoscenza astrattiva). La quiddità (quiditas) è la natura dell'individuo che può essere compre– sa dal nostro intelletto. Con altre parole la quiddità è un composito dell'ecceità e della natura comune che può essere predicato di sostanza individuale. In questo sen– so è possibile la conoscenza dell'individuo come una comprensione di natura co– mune contratta in sotstanza individuale attraverso il principio di indivuazione 194 . All'inizio dell'analisi della conoscibilità dell'individuo nell'Jn Metaph. VII, q. 13 Scoto pone la domanda: "Item, tunc sensus et intellectus quomodo diffe– runt?"195 Dunque è importante la questione di specificità della conoscenza sensi– tiva ed intellettuale. Però prima di tutto Scoto afferma che noi non possiamo com– prendere in questa vita, né con i sensi, né con l'intelletto, la differenza individuale, cioè il principio di individuazione 196 . Nessun senso può conoscere l'individuo in questo modo, perchè non è in grado di discernere un oggetto sensibile da un altro oggetto a cui totalmente assomiglia197 . Neanche con la categoria di luogo abbiamo accesso alla differenza individuale, perchè i nostri sensi sono incapaci, quando lo stesso oggetto si trova in luoghi diversi, di discernere, se un dato oggetto sia lo stesso oppure un altro 198 . Secondo Scoto neanche dal fatto che possiamo conoscere il numero degli individui, si può trarre la conclusione che possiamo comprendere la differenza individuale. Poichè quando degli oggetti si susseguono continua– mente (come per esempio i raggi solari) la nostra vista non riconosce il loro nume- 193 Ch. Krzanié, La conoscenza diretta ed immediata del singolare da parte dell'intelletto secondo Duns Scoto, in De doctrina Ioannis Duns Scoti, II: Problemata philosophica, 65-66. 194 A. Marchesi, Il principio di individuazione delle realta naturali e create secondo Duns Scoto, in Homo et Mundus, 356. Cf. anche: W.G. Salamon, Koncepcja poznania intuicyjnego u ]ana Dunsa Szkota (Biblioteka lnstytutu Franciszkanskiego, 22), Niepokalan6w 2007, 165-173. 195 InMetaph., VII, q. 13, n. 157, (OPh, IV, 271). ' 96 Ivi, n. 158: "Ad primurn: differentia individualis a nullo nota est in hac vita cornrnu– niter". 197 Ivi, n. 167, p. 275: "concluditur, per argurnentum facturn de inrellectu de differentia, quod nullus sensus per se cognoscit singulare, quia cuiuscumque sensibilis simile ornnino non discerneret ab illo". 198 Ivi, n. 168: "Contra: imrno loco. - Responsio: si quid idem in duobus locis, quid tunc?"
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