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UNA "QUAESTIO" DI SCOTO INTORNO ALLA NATURA 339 causa dell'aggiunta differenza individuale e la suddetta natura non è mai divisibile da questa differenza, perciò la pietra (l'uomo) è qualcosa uno o "questo qua" a causa della differenza individuale 189 • Riguardo alla relazione tra le entità in una cosa, che sono fondamento per generare concetti specifici e generici, Scoto dice che c'è un certo ordine delle perfezioni in un dato individuo, così che per esempio in Socrate precedente è "animale" anzichè "uomo", e poi "uomo" è precedente a "questo uomo". Le unità sono presenti nella cosa in modo unito (perjèctiones uni– tive contentae) 190 • Secondo il Dottore Sottile non è possibile che le entità connesse in modo unito fossero realmente divisibili, dunque la natura comune non è mai divisibile dalla perfezione con la quale è connessa in questo modo oppure, con altre parole, da questo grado, da cui proviene la differenza individuale. Quindi l'elemento individualizzante (haecceitas) e la natura sottoposta al processo di indi– viduazione sono indivisibili e formano un'unità d'ente individuale 1 91 • 5. La conoscibilita dell'individuo Dopo aver caratterizzato la struttura metafisica dell'ente individuale, emerge per Scotola questione della conoscibilità dell'individuo caratterizzato nel seguente modo. Per Aristotele l'ente individuale era oggetto della virtù sensitiva, mentre l'universale era oggetto dell'intelletto 192 • Dunque la conoscenza intellettuale dell'in– dividuo in questo sistema non è possibile, se non per conversionem adphantasmata. Anche per Scoto l'individuo è oggetto della virtù sensitiva, ma non soltanto sen– sitiva. Egli sostiene la conoscenza intuitiva o diretta del singolare, così come lo 189 Ivi, n, 110, p. 255; "Quod sicut anima! non est hoc anima! nisi per differentiam addi– tam, sic lapis non est hic lapis nisi per differentiam individualem superadditam. Et quia num– quam de se separatur a differentia, ideo est unum ve! hoc per differentiam illam". 190 Ivi, n. 131, p. 263; "In Socrate enim, non solum prius secundum considerationem in– tellectus sed secundum ordincm naturalcm pcrfcctionum unitive contentarum, prius est ani– ma! quam homo, et homo quam hic homo; quod patet ex operationibus propriis. Sic enim cognoscitur ordo unitive contentorum". 191 Ivi, 264: "Sicut tamen in aliis unitive contentis non est separatio realis, nec etiam possibilis, sic natura, [...) numquam separatur ab illa perfectione unitive secum contenta ve! ab illo gradu in quo accipitur differentia individualis". 192 Aristoteles, De Anima II, cap. 12, (B c. S, 417 b 22-23): "Causa autem est quoniam sin– gularium qui 'secundum actum' sensus, scientia autem universalium"; Auctoritates Aristotelis (ed. J. Hamesse, p. 319): "Anima intelligit quando vult, sed non sentir quando vult, quia obiec– tum inrellectus est in anima, ut universale, obiectum sensus est extra animam, ut particulare".
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