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UNA "QUAESTIO" DI SCOTO INTORNO ALLA NATURA 333 omogenea, pur essendo frutto di tale divisione, non è lo stesso che la totalità divisa, anche se predicassimo la stessa specie alla totalità ed alle parti divise 159 • Il fattore intrinseco dell'ente responsabile per l'indivisibilità dell'individuo e per le differenze individuali è l'haecceitas. Questa entità individuale è fondamento dell'unità numerale che è più forte dell'unità di natura. Tutte e due le unità (quella numerale e quella di natura) sono reali, ma in realtà esistono secondo Scoto sol– tanto gli individui per cui l'unità numerale gode di realtà maggiore dell'unità di natura 160 • Haecceitas è il fondamento essenziale della differenza individuale che, aggiunta alla natura comune, fa si che la pietra sia questa (haec) pietra 161 • Il concet– to di differenza individuale vuol dire che un indivuduo è diverso da un altro indi– viduo e, secondo l'esempio di Scoto, questa pietra non può essere un'altra pietra. L'attribuzione ad individuo di differenza individuale è conseguenza dell'attribu– zione ad esso di unità individuale. Il Dottore Sottile è appunto fedele al principio aristoteliano secondo il quale le diversità (le differenze) e le identità (le unità) sono parallele, cioè ad ogni unità corrisponde una diversità (differenza) 162 • Se allora un individuo possiede una unità, si caratterizza anche per una differenza individuale. In un individuo che è per definizione diverso da tutti gli altri, si può specifi– care un'aggregazione delle caratteristiche che non appartengono ad un altro indi– viduo. Soltanto così la differenza tra gli individui è conoscibile. La diversità d'un individuo da un altro non è assoluta, altrimenti non ci sarebbe nessuna similitu– dine tra gli individui. Un individuo però fa parte di una specie e condivide alcuni attributi con gli altri individui. Scoto era consapevole di questa ambiguità del con– cetto di differenza individuale come caratteristica degli individui che sono enti 159 In Metaph., VII, q. 13, n. 118, (OPh, IV, 258): "Non enim negatur ipsum posse dividi in partes essentiales, similiter in integrales heterogeneas et homogeneas; quandoque tamen nul– la pars, etiam homogenea, est ipsum divisum, licet eadem species praediceretur ibi de parte divisa quae prius preaedicabitur de toto". 160 Ivi, n. 111, p. 255: "Quod natura lapidis est una in se et res, et sic non est haec proprie; sed unitas illa est minor quam unitas numeralis, et est realis unitas, sed non tanta realis est in illa unitate sicut in unitate numerali. Unde determinatur per differentiam individualem ut sic haec proprie". 161 Ivi, n. llO, p. 255: "Ad aliud: quod sicut animal non est hoc animal nisi per differen– tiam additam, sic lapis non est hic lapis nisi per differentiam individualem superadditam". 162 Ord., II, d. 3, pars 1, q. 1, n. 24, (ed. Scot., VII, 401): "Primo, quia unum et multa, idem et diversum, sunt opposita (ex Metaphysicae cap. 5); quoties autem dicitur unum oppositorum, toties dicitur et reliquum (ex I Topicorum) ergo cuilibet unitati correspondet sua propria diversitas".

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