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UNA "QUAESTIO" DI SCOTO INTORNO ALLA NATURA 331 Il fondamento di questi concetti è l'entità formale che lì viene chiamata grado. 2. L'"haecceitas" come differenza individuale Si tratta in questo punto di due caratteristiche dell'individuo che abbiamo già introdotto all'inizio, cioè della divisione (la specie si può dividere in molti indivi– dui) e della distinzione (un individuo è differente dall'altro individuo della stessa specie e da qualunque altro individuo). Duns Scoto coinvolge chiaramente queste due caratteristiche nella sua definizione, secondo cui l'individuo è numericamente uno e non si può dividere in molti enti ed è numericamente distinto da ogni altro ente 153 • Tale definzione dell'individuo presuppone il pluralismo esistenziale che ha il fondamento nella struttura dell'ente. A Scoto interessa cercare elementi strutturali dell'ente che sono cause della similitudine e della differenza tra gli indi– vidui. L'individuo appartiene a una specie e condivide perciò alcune caratteristiche con altri individui, ma non è divisibile in sé stesso (lat. in + dividere vuol dire esse– re indivisibile). Alla problematica della differenza individuale viene dedicata, se– condo la struttura proposta dagli editori della St. Bonaventure University, l'ultima parte dell'Jn Metaph., VII, q. 13, dal numero 115 in poi, intitolata appunto: De differentia individuali. Partendo da questo testo vogliamo dare una panoramica della differenza individuale e dell'unità dell'ente individuale. Dalla definizione dell'individuo segue che questo concetto è in contraddizio– ne con la possibilità di esser diviso in parti soggettive. Motivo di suddetta contrad– dizione, cioè dell'impossibilità di divisione dell'individuo in parti della stessa natura, deve essere qualche elemento intrinseco all'individuo 154 • La spiegazione di questa tesi si argomenta in un duplice modo: 1) Dividere in parti soggettive è un'imperfezione, allora non riguarda Dio. La divisione sta nella contraddizione rispetto alla perfezione d'una cosa. La natura specifica o qualunque natura in sé stessa è divisibile e perciò il suo stato ontologico è imperfetto. La possibilità di 153 Ivi, n. 115, p. 257: "Notandum quod individuum, sive unum numero, dicitur illud quod non est divisibile in multa, et distinguitur ab omni alio secundum numerum". Per il pro– blema del principio di individuazione in Scoto come principio di distinzione oppure come principio di indivisibiltà cf.: W. Park, The Problem ofIndividuation far Scotus: A Principle of Indivisibility or aprinciple ofDistinction ?, in Franciscan Studies 48 (1988) p. 105-123. 154 Ivi, n. 115, p. 257: "Prima pars sic intelligitur: quod sibi repugnat divisio in partes su– biectivas. Hae repugnantia non potest esse nisi per aliquid quod inest individuo".

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