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328 WITOLD G. SALAMON sizione nella discussione sulla cronologia degli scritti di Scoto, ma fa un'analisi concettuale delle espresioni adoperate da Scoto nell'Ordinatio e nell'ln Metaph. per il principio di individuazione. Secondo lui l'espressione più matura e più ade– quata per il principio di individuazione scotiano è l'ultima realtà del ente (ultima realitas entis) adoperata nell'Ordinatio. Invece i concetti della forma individuale {forma individualis) e del grado individuale (gradus individualis) dell'Jn Metaph. caratterizzano in modo insufficiente il principio di individuazione e perciò, secon– do Shibuya, sono stati abbandonati da Scoto nell'Ordinatio 132 • I. Lo statuto ontologico dell"'haecceitas" - ilprincipioformale Il principio di individuazione di Scoto è un principio formale, sebbene egli non accetti l'opinione secondo la quale la forma sarebbe il principio di individua– zione. Secondo Scoto la forma è il principio di generazione di quello che è simile e per tale ragione diventa l'agente univoco. Da questo non segue però che la stessa forma è in generante ed in generato; in ambedue c'è la forma specifica, non indivi– duale133. La forma si può dunque considerare in ciascun individuo in due stati ontologici: I) quando causa la similitudine e 2) quando fa la differenza tra gli indi– vidui. Nel primo senso la forma sarebbe una componente della natura della cosa, mentre nel secondo senso diventerebbe la forma individuale. Perciò Scoto conclu– de che i componenti (principi) delle cose della stessa specie sono uguali per quanto riguarda appunto la specie e si differenziano numericamente 134 • Materia e forma sono componenti della natura che è il fondamento della similitudine tra le cose, ma occorre chiedere quale è il fondamento dell'individualità della forma che deve essere altra dalla forma di un altro individuo della stessa specie. Se si ricerca la causa individualizzante nella forma chiedendo per quale motivo è questa, cioè in– dividuale, risulta che bisogna ammettere la natura da sé individuale (haec) oppure 132 Ivi, 394. 133 In Metaph., VII, q. 13, n. 99, (OPh, IV, 252): "Quia forma est principium generandi, ideo poresr esse principium generandi simile, ex quo est agens univocum. Sed ex hoc non sequi– rur quod eadem forma sir in generante et genico; sed forma specifica est una amborum, non individualis". 134 Ivi, n. 96, p. 250: "Principia eorundem specie sunc eadem specie, sed alia numero, sicut tua et mea. - Similiter, XII ibidem 2. Dicitur modo quod non solum est unum secundum ma– teriam, sed quod secundum formam est unum et diversum. Opposirum isti dicitur quod non est idem secundum formam".
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