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324 WITOLD G. SALAMON Contro quest'op1mone Duns Scoto argomenta già all'inizio della nostra quaestio 13, articolando le difficoltà, esprimendo il senso universale della natura. Se ammettessimo appunto che la natura fosse da sé singolare, tale natura non po– trebbe essere in molte cose, cioè questa soluzione ripugnerebbe alla moltitudine degli individui in una specie. In questo caso l'intelletto non potrebbe comprendere la natura da sé singolare, perchè l'atto della conoscenza intellettuale è sempre uni– versale. L'intelletto conoscerebbe non un oggetto, ma una finzione 111 • Per risolvere questa difficoltà il Dottore Sottile presenta la teoria della natura comune che è neutrale rispetto alla singolarità e all'universalità. La natura comune ha un'unità meno segnata dell'unità numerica e può essere contratta dalla natura individualizzante, cioè al principio di individuazione. Altrimenti se la natura fosse da sé singolare, allora, riportando l'esempio di Scoto, se una pietra fosse da sé for– malmente questa pietra, ogni pietra sarebbe questa pietra. Non ci sarebbe dunque in una cosa un elemento adatto per la comprensione universale dell'intelletto, se la natura fosse da sé singolare 1 12 • B. L'opinione di Enrico di Gand: il principio di individuazione consiste in una duplice negazione Enrico di Gand, similmente a Scoto, considera la natura come indifferente in relazione alla universalità e alla indivudualità 113 • Secondo lui la causa di individua– zione deve essere qualcosa di negativo, che chiama "duplice" perchè essa toglie dalla prospettiva interna ogni moltiplicazione e diversità della cosa e dalla prospet– tiva esterna ogni identità con le altre cose. Una cosa individuale è indivisibile, per– chè non c'è qualcosa subordinato che si potrebbe dividere. Per quanto riguarda la relazione con gli altri individui della stessa specie è evidente che l'individuo non è identico con le altre cose e questo esprime la seconda negazione. Dunque il termi- opinionem - formaliter. Et quae sunt causae naturae sunt causae illius esse; non aliqua alia causa quasi media inter naturam et esse, ut quae in natura iam causata, sit causa esse. lpsius vero esse in intellectu alia est causa, quia hoc est secundum quid, nec naturae inest ex se". L'opinione secondo cui la natura stessa è il principio d'individuazione viene attribuita nell'Jn Metaph. ai se– guenti autori: Guglielmo de Ware, Ruggero di Marston, Tommaso di Sutron e Pietro di Giovanni Olivi. 111 Ivi, n. 1-2, p. 215. l12 Ivi, n. 4-8, p. 216. 113 C.RS. Harris, Duns Scotus, II: The Philosophica!Doctrine oj'Duns Scotus, Oxford 1927, 93.
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