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316 WITOLD G. SALAMON stanza che, dando la determinazione, deve essere determinata, cioè individuale 72 • Dunque la quantità non può causare l'importante caratteristica che Scoto impone all'individualità, cioè l'identità dell'ente 73 • Poi Scoto fa l'esempio del Sacramento dell'Altare per il quale lo scambio della quantità in un individuo non causa la trasformazione sostanziale. La quantità, se fosse la causa di individuazione, potrebbe per virtù divina formare d'un qualunque pane esistente o creato il Corpo di Cristo. In tal caso il pane non transustanziato sarebbe numericamente lo stesso col pane transustanziato ed individuato per la quantità. Poichè, secondo il Dottore Sottile, se rimane la stessa quantità nel pane singolare, questo pane non viene praticamente transustanziato. Scoto ricorda che si tratta qui degli individui e non degli universali, perchè il concreto pane viene transustanziato in concreto Corpo di Cristo. Dunque sarebbe possibile che una quantità venisse totalmente tolta d'una sostanza e che un'altra quantità la sosti– tuisse. In questo caso sarebbero numericamente due sostanze in un'individuo, am– mettendo la quantità come il principio di individuazione 74 • È ovvio che questa soluzione è sbagliata. In seguito Duns Scoto discute l'opinione di Goffredo di Fontaines che sulla scia d'Aristotele ammetteva la priorità nell'essere della sostanza, ma nello stesso tempo postulava la priorità della quantità nel caso di divisione della specie in individui. La caratteristica della divisibilità in parti della stessa specie appartiene per primo alla quantità, alla sostanza invece in quanto possiede la quantità. Onde secondo Goffredo la quantità può essere la causa della individuazione delle cose75. Il Dottore Sottile rigetta questa soluzione perchè secondo lui tutto ciò che appar- 72 Jn Metaph., VII, q. 13, n. 33, (OPh, IV, 230): "Non secunda: tum quia illa sequitur for– mam in materia, et quantitas individuans ponitur in materia praecedere formam, ut faciens partem materiae distinctam et capacem formae distinctae, secundum eos, quia in distincta ma– teria receptae". 73 M. Koszkalo, lndywiduum ijednostkowienie, 143. 74 Jn Metaph., VII, q. 13, n. 34, (OPh, IV, 230): "Item, quantitas in sacramento Altari posset, divina virtute, aliquem panem exsistentem ve! creatum informare; igitur ille non-tran– substantiatus esser idem numero cum transubstantiato qui individuabatur per istam quantita– tem. Numquid etiam panis singularis non transubstantiatur, quia manet quantitas eius? Panis universalis non est terminus a quo transubstantiationis, sicut nec corpus universale terminus ad quem. Posset etiam quantitas totaliter auferri ab aliqua substantia et alia sibi dari; ista esset duae substantiae numero". 75 Godefridus de Fontaines, Quodl. VII, q. 5, (PhB, III, 329). Cf. anche M. Koszkalo, Pro– blematyka "Principium individuationis", 160.
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