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UNA "QUAESTIO" DI SCOTO INTORNO ALLA NATURA 313 questo il principio della sua individualità deve essere l'elemento appartenente alla stessa categoria della sostanza e non alle altre categorie 57 • A conferma di quest'affermazione Scoto argomenta nel modo seguente: poichè la specie appartiene al genere della sostanza, allora possiede la definizione della specie, cioè può essere predicata di molti esseri. Dunque sono molte cose o al– meno una (qualcosa) di cui può predicare la specie. A riguardo dell'assoluta natura della categoria della sostanza (in sé stessa non in relazione a qualcos'altro) a questa conviene l'essere di genere universale 58 • In quanto l'assoluta natura (non contracta) nella sua neutralità, riferita a coordinazione categoriale della sostanza è universale, in tanto diventa individuale a causa d'una contrazione attraverso un elemento in– dividualizzante (principio di individuazione). Se questo elemento individualiz– zante fosse qualcosa appartenente ad un'altra categoria diversa dalla sostanza, non causerebbe l'individuazione della cosa nell'ambito della sostanza. La cosa rimar– rebbe non individualizzata nella categoria della sostanza, essendo nello stesso tem– po universale e individualizzata attraverso un elemento d'altra categoria; allora la cosa sarebbe ugualmente individuale ed universale 59 • Questo stato sarebbe assurdo. Dunque ancora una volta Scoto dimostra che bisogna cercare l'elemento indivi– dualizzante nell'ambito della sostanza e non nell'ambito degli accidenti. Oltre ai suddetti quattro argomenti (vie) contro la teoria d'aggregazione degli accidenti come principio di individuazione, Scoto aggiunge un altro argomento, quando riprova tutte e cinque le teorie positive di individuazione una dopo l'altra (improbatio viarum quinque singillatim). Secondo il Dottore Sottile un elemento 57 In Metaph., VII, q. 13, n. 28, (OPh, IV, 227-228): "Ergo, sicut in praedicamento sub– stantiae est reperire species et genera intermedia, non per aliquid alterius generis, ita et indivi– dua, cum individuum sit primum subicibile illius coordinationis sine quo non est coordinatio, sicut nec sine primo praedicabili, quia ad utrumque est status in coordinatione, ex I Poste– riorum". 58 Ivi, n. 29, p. 228: "Si species est in genere substantiae, circumscriptis aliis, ergo habet definitionem speciei, scilicet quod nata est 'praedicari de multis'. Igitur, illis circumscriptis, sunt multa de quibus nata est ipsa praedicari, aut saltem aliquod. Non enim est intelligere prae– dicabile sine subicibili, cum sint simul natura. Ergo quo praedicabile est prius natura, eo et subi– cibile; praedicabile, ut species, prius est quocumque alterius generis". 59 Ivi, n. 30: "Universalitas non est nata inesse alicui in genere substantiae nisi in quantum praecise est illius coordinationis. Igitur si sic inest essentialiter ut prius, et simpliciter inest essen– tialicer. Sed, quacumque determinatione facta per aliquid alterius coordinationis circa ipsum, nihil immutatur de propria ratione eius in quantum est suae coordinationis. Igitur ita manet universale et non contractum in coordinatione sua post talem decerminationem sicut et ante".

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