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MARIA E LA PERFEZIONE NEI SERMONI DI GILBERTO DI TOURNAI 239 hortus: in religione est: virtutes cardinales: olerum dispensatio custodia prelatorum temperantia misericordie erga religiosos infìrmos vel carnales nucum amaritudo penitentie observantia regularis fortitudo discipline pomorum ordo obedientie amor fraternitatis iustitia punicorum aromatum dulcedo sapientie cognitio spiritualis prudentia In poche righe successive (n. 47-48) Gilberto spiega chi siano gli amici dei re– ligiosi: si tratta dello Spirito Santo, degli angeli e dei santi, che assistono alle preghiere dei religiosi per ascoltarle e fungere da intermediari, mediatori e difen– sori davanti a Dio. Infine, il predicatore interpreta il versetto Jac me audire vocem tuam come richiamo a una devota recitazione dell'ufficio divino, non concentrata sulla bellez– za di una voce modulata, bensì semplice, ma accompagnata dall'affetto. La struttura del sermone II: "Benedicta tu in mulieribus" Il secondo sermone per l'annunciazione è molto più lineare rispetto al primo. Esso è composto da un prologo (n. 1-3), dalla divisione della materia (n. 4-5) e dalle tre successive parti corrispondenti alle tre benedizioni di Maria: la benedi– zione nel corpo, da parte dell'uomo, ossia di Elisabetta (n. 6-18); la benedizione nella mente, da parte dell'angelo Gabriele (n. 1-37); la benedizione nel congiunto, da parte di Dio, creatore del corpo e dell'anima (n. 38-53). Ora, ciascuna delle tre sezioni si suddivide in cinque parti: in una breve intro– duzione e in quattro successivi elementi, corrispondenti alle quattro dimensioni delle tre fondamentali benedizioni. L'esposizione di ogni elemento, a sua volta, consta di tre momenti. Gilberto comincia sempre da una descrizione dell'eminenza di benedizione in Maria, illu– strata dalle citazioni bibliche. Si passa poi alla comparazione della benedizione di Maria con le conseguenze del peccato originale, vigenti in altre donne. In fine, si conclude con l'applicazione pratica alla vita degli uditori: si tratta o di indicazione del modo in cui essi possono diventare partecipi della benedizione, oppure di un augurio retorico (utinam hodie... ).

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