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MARIA E LA PERFEZIONE NEI SERMONI DI GILBERTO DI TOURNAI 241 originale, quali: la concupiscenza o il fomite e l'ignoranza delle cose da fare (ma non di tutti i possibili oggetti di scienza) 27 • Questa duplice santificazione di Maria viene professata da Gilberto nel se– condo sermone, dove si afferma che la Madonna fu "santificata dalla colpa nell'u– tero", e che nel saluto dell'angelo fu "così purificata da ogni concupiscenza" che terminò la sua vita immune da qualsiasi offesa (II, 43). Inoltre, nella prima sezione dello stesso sermone (II, 9) viene spiegata la seconda tappa della santificazione che sarebbe consistita - da un parte - nell'estinzione di ogni stimolo del fomite, e - dall'altra, ossia nell'aspetto positivo - nell'infiammare dall'amore dello Spirito Santo. Maria, specialmente nel momento dell'annunciazione, viene vista come anti– tesi di Eva (II, 3), come mulier bona, che contribuisce alla sanazione del peccato, offrendo all'umanità il Figlio che è - al contempo - frutto della vita e albero della vita 28 • Maria viene messa anche in relazione al secondo Adamo nella figura del giardino paradisiaco, lavorato e custodito da Cristo che la rende feconda e la con– serva nella purezza (I, 14). Gilberto dà ampio spazio alla virginità di Maria, raffigurata dal giardino chiuso e dalla fonte sigillata del Cantico dei cantici (4, 12), e queste immagini esprimono - secondo il predicatore - ciò che Agostino racchiuse nella famosa sen– tenza: "Virgo concepir, virgo peperit, et post virgo permansit" (I, 12). La conce– zione del Figlio senza partecipazione dell'uomo - e quindi senza violazione della verginità - viene spiegata con il ricorso ad una citazione implicita di Guerrico d'lgny, che si basa sull'immagine del fiore, fecondato senza corruzione. Gilberto rafforza questa tesi richiamando le opinioni naturalistiche di Basilio Magno e del trattato pseudo-aristotelico De plantis di Nicola Damasceno (II, 8). Gli stessi argo– menti, anche se in forma più contratta, sono stati usati nel primo sermone (I, 11 ). 27 Cf. Alexander de Hales, Summa Theologica, Ib. III, n. 75-84, Quaracchi 1948, 111-126. Si noti che la dottrina esposta nella Summa halensis è frutto di sintesi del pensiero di Alessan– dro, Giovanni de La Rochelle, Guglielmo di Melitona e Odo Rigaldi. I tre primi hanno compo– sto questioni disputate sull'argomento, mentre di Odo si conosce la sua posizione espressa nel Commento alle Sentenze. Questi scritti però rimangono ancora inediti. Per la dottrina genuina di Alessandro, invece, si veda la Glossa in quatuor libros Sententiarum Petri Lombardi, III: In librum tertium, d. 3, (BFSMA, 14), Quaracchi 1954, 34-48. 28 Questo tema ritorna nel sermone per l'Esaltazione della Croce (e l'ottava della Natività di Maria). Si veda il passo citato nella nota 14.
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