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BONAVENTURA E MALEBRANCHE 227 torno, analogo al signore che dà senza ricevere, che accresce, non dilapidando, o come la luce che si diffonde per illuminare, restituendo tutti i colori al panorama. Bonaventura dichiara senza perplessità che la libertà fa tutt'uno con l'occhio che guarda e l'identifica con la capacità di dispore della sua stessa sorgente operati– va, e dunque dell'atto interiore, prima che delle sue espressioni esteriori 98 • Ma ciò che è interessante rilevare è che atto proprio del libero arbitrio non è il discernere o il volere, mal'atto riflesso, per cui si dice che uno vuol giudicare e vuol volere. Si tratta di un atto proprio a quello di ra– gione e volontà. Il libero arbitrio corrisponde così al Padre, per il fatto che il suo atto è il più potente ed è il primo in origine, dato che muove senza esser mosso 99 • Questo richiamo al Padre ha un significato profondo, nel senso che la libertà è l'autorità che impera, muove e regge ora la ragione, ora la volontà, che ne eseguono gli ordini, dimostrandosi sempre oltre ciò che accade 1° 0 • L'assimilazione al Padre conferma che il libero arbitrio è alle sorgenti del nostro agire, comunque si svolga, mentre al Figlio corrisponde la ragione e allo Spirito la Volontà 101 , la cui energia o potere sorge da quella fonte 102 • Siamo alla tesi francescana, e cioè la volontà, intesa come libertà, non segue ma trae a sé l'atto della ragione, e l'inclina nella direzione prescelta 10 3 • L'integrazio– ne della tesi con l'esemplarismo conferma l'ipotesi che la fedeltà al proprio essere si risolve nell'ubbidienza alla logica propria di quell'essere su cui è esemplato. Il che 98 In II Sent., d. 25, pars. I, q. 5, (ed. Quaracchi II, 6036): "Liberum arbitrium secundum essentiam nihil addit supra rationem et voluntatem... non ponit aliquam novam qualitatem esse in ratione et voluntate, sed ponit rationem et voluntatem ad unum actum concurrere". 99 V. Ristori, La libertd in san Bonaventura (Studi e ricerche, 6), Roma 1974, 37. Un testo, ingiustamnente dimenticato, che ruota intorno al tema della libertà come alta espressione della Trinità divina. Cf. a sostegno In II Sent. d. 25, pars 1, art. un., q. 2, concl., (ed. Quaracchi, II, 596): "Et iste actus (liberum arbitrium) praeambulus est ad rationem et voluntatem, et ista potentia correspondet Patri, pro eo quod actus eius maxime potens est et primus est, cum non moveatur, sed moveat". 100 In II Sent., d. 25, pars 1, art. un., q. 2, concl., (ed. Quaracchi, II, 596); In IVSent., d. 14, pars 1, art. 2, q. 1, concl., (ed. Quaracchi, IV, 323-324). 101 In II Sent., d. 25, pars 1, art., un., q. 2, ad 1, 2 et 3, (ed. Quaracchi, II, 597). 102 In II Sent., d. 25, pars 1, art. un. q. 5, (ed. Quaracchi, II, 603): "Liberum arbitrium se– cundum essentiam nihil addit supra rationem et voluntatem... non ponit aliquam novam quali– tatem esse in ratione et voluntate, sed ponit rationem et voluntatem ad unum actum concurrere". 103 In II Sent., d. 25, pars 1, art. un., q. 6, ad 3 (ed. Quaracchi, II, 606): ".. .in eam partem terminatur defìnitivum iudicium quam praeoptat voluntas".

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