BCCCAP00000000000000000000885
224 ORLANDO TODISCO del mondo e quale la sua sorgente, e soprattutto se la mente umana sia in grado di individuarne la logica e averne ragione. È il programma della filosofia moderna, chiamata a confrontarsi con la razionalità acritica della tradizione, da trasfigurare, in vista di uno spazio che renda possibile la nostra presenza attiva nel tempo. Non risulta allora incongrua poi la piega monistica della filosofia moderna, con l'epilo– go in Hegel, punto d'approdo del primato della ragione, attiva e creatrice. Il pro– blema non è la razionalità, quanto il suo primato, nel senso che si ritiene che le cose sono, o devono diventare, razionali, sicché, anche se riportato a Dio, il mondo è espressione di un atto propriamente razionale. Il che, spinto alle estreme conse– guenze, conduce alla logica della necessità sia per quanto concerne colui che ha voluto questa creazione - non può creare se non ciò che ha creato e nel modo con cui lo ha fatto - e sia per quanto concerne ciò che è creato, la cui esistenza e con– servazione sono sotto la logica della necessità razionale. Quando con l'affinamento della coscienza critica la trascendenza di Dio cadrà nell'ombra, in quanto superflua o ingombrante, sarà conseguente l'identificazione della nostra coscienza con quella stessa razionalità oggettiva. La propostra di Malebranche si muove entro questa lo– gica, sia pure ancora oscillante tra criticità e acriticità, presto però rigorizzata dalla logica che, ontologizzandosi, imporrà il suo percorso (Hegel). È l'approdo della modernità, rispetto a cui la filosofia contemporanea assumerà un atteggiamento critico, volto a lasciar cadere quel versante trascendentale che, invece di render conto dei fenomeni o degli eventi, sembra li stringa in una camicia di Nesso che ne oscura l'indole e ne mortifica l'irrepetibilità. È l'epoca della frammentazione del vero, al cui esito non poteva sottrarsi la verità teologica. La ragione critica non po– teva non sottoporre la stessa verità teologica al suo giudizio, consumandone la trascendenza. L'assunto filosofico, secondo cui le cose sono perché razionali, non è innocuo e comporta un rovesciamento epocale: non Dio giudice dell'uomo, ma l'uomo giu– dice di Dio. La logica è unica e inflessibile. Siamo all'autoaffermazione dell'uomo, nella direzione dell'autopotenziamento, con un significato non più solo conserva– tivo, ma espansivo, nel rifiuto di tutto ciò che è propriamente trascendente o qualitativamente "altro". È l'epilogo, sul quale i difensori del primato della verità dovrebbero sostare più a lungo. purificazione dal razionalismo o, se si vuole usare questo termine in riferimento all'avversario che il cristianesimo ha avuto di fronte sin dagli inizi, dalla gnosi" (p. 325-326).
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz