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220 ORLANDO TODISCO ivi è amore gratuito, dovuto, misto. Ancora, ivi è amore puro, pieno, perfetto, come e– fluente ed e-flusso nel Figlio, come ri-flusso nello Spirito 83 • È quest'onda d'amore che Bonaventura tenta di intercettare, perché di essa il mondo è epifania, o meglio, è "ombra, via, vestigio" 84 , ad essa siamo stati associati con l'atto redentivo, ed essa "è prossima all'anima più di quanto l'anima lo sia a se stessa" 85 • Lo spazio del pensare e dell'essere è delineato, è uno spazio creativo che ha luogo entro quell'onda d'amore da cui lasciarsi prendere dominando quel fascio di interessi e preoccupazioni senza respiro che il tempo genera se non è aperto all'eterno. Il che significa "passare dall'ombra alla luce, dalla via alla meta, dal vestigio alla verità, dal libro alla vera scienza che è in Dio". Passaggio decisivo e qualificante, possibile a condizione che si vada oltre la logica dei "filosofi naturali, che conoscono solo la natura delle cose, ma non la riconoscono come vestigio" 86 • Per Bonaventura "tutta la sacra Scrittura è il cuore di Dio" 87 , scritta con "la penna che è lo Spirito di Dio" 88 • A differenza di Malebranche che stringe l'uomo a Dio attraverso la media– zione delle idee o archetipi sui quali il mondo è stato esemplato, Bonaventura in– terpreta lo spazio divino come il luogo dell'acquietamento intellettuale e insieme come l'approdo di uno specifico itinerario, lungo il quale dar prova della propria creatività. In altro modo - egli scrive nel De scientia Christi - raggiunge quelle idee il sapiente, e in altro modo lo scienziato: lo scienziato le raggiunge come moventi (moventes), il sa– piente invece come pacificanti (quietantes); e a questa sapienza nessuno perviene se prima non è mondato dalla giustizia della fede 89 • Qui sono convocate sia le verità fattuali (rationes moventes) che le ragioni ideali (quietantes) ai fini di una loro innovativa coniugazione. La scienza opera sulle cause dei fenomeni, le scopre per i bisogni dell'esistenza concreta. L'inesauri- 83 In Hexaem., XI, n. 12, (ed. Quaracchi, V, 382): "Hac ergo dilectione Pater diligit Fi– lium, et est infinitus ardor... Item est ibi dilectio pura, plena, perfecta, ut eff1uens et effluxa in Filio, ut refluxa in Spiritu Sancto". 84 In Hexaem., XII, n. 14, (ed. Quaracchi, V, 386). 85 In Hexaem., XII, n. 11, (ed. Quaracchi, V, 386). 86 In Hexaem., XII, n. 15, (ed. Quaracchi, V, 386). 87 In Hexaem., XII, n. 17, (ed. Quaracchi, V, 387). 88 In Hexaem., XII, n. 17, (ed. Quaracchi, V, 387). 89 De scientia Christi, q. 4, con d., ad 2, (ed. Quaracchi, V, 24).

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