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218 ORLANDO TODISCO anche gli agenti dei loro movimenti dovevano esserlo" 74 • L'ordine e la gerarchia sono oggettivi e inviolabili. Bonaventura rompe questa rigidità e, come poi Male– branche, cerca di riattivare un rapporto comunionale dell'uomo con Dio. Richia– mando la tesi agostiniana, che anche Malebranche riterrà essenziale - inter men– tem et Deum nihil cadit medium - Bonaventura riconduce l'anima a Dio - locutio intellectualis ad mentem est solius Dei - e respinge il darsi di una fonte imperso– nale, inabile a illuminare il nostro percorso, perché non è la sorgente 75 • La ragione, per cui "hoc (illuminatio mentis) est solius Dei" 76 è identica a quella avanzata da Malebranche, e cioè la coscienza della contingenza di tutte le creature, terrestri e celesti, rispetto a cui il carattere universale e necessitario di alcune verità, grazie a cui pensiamo e giudichiamo, induce a riporre in Dio la sorgente di un tale pensare, altrimenti ingiustificato e inattendibile 77 • Oltre che sotto questo profilo, il cammi– no si incontra con quello di Malebranche anche per l'aspetto cristologico. Infatti, il raggio divino, che illumina l'uomo, si identifica con l'influsso rivelativo del Ver– bo ispirato 78 che, emanando dal sommo, penetra e illumina le profondità dell'ani– ma umana, consentendole di conoscere. L'identificazione del radius divino con il Verbo ispirato fa intendere che la risposta bonaventuriana al problema e alla solu– zione averroista circa il conoscere è di carattere chiaramente cristologico. Come Malebranche ha criticato e tentato di superare quella crescente autonomizzazione del vero, che con il deismo si veniva affermando, così Bonaventura critica l'impo- 74 R.D.F. Pring-Mill, Il microcosmo lulliano, (Medioevo, 14; Centro Italiano di Lullismo, 2), Roma 2007, 76, in nota l'autore accenna a una versione più raffinata, secondo cui più in là del firmamento vi sono un coelum cristallinum e un'altra sfera ancora - il primum mobile - tra il coelum cristallinum e l'empireo (il primum movens ). Per le diverse variazioni della concezione originaria cf. A.C. Crombie, Da Agostino a Galileo, Brescia 1966. 75 De septem donis Spiritus Sancti, VII, n. 19, (ed. Quaracchi, V, 498): ''Tertius error est pessimus, qui comprehendit utrumque (la creazione ab aeterno e la necessità astrale). Aliqui in– sani male intellexerunt de intellectu (...)". 76 De septem donis Spiritus Sancti, VIII, n. 19, (ed. Quaracchi, V, 498). 77 In Hexaem., II, n. 10, (ed. Quaracchi, V, 338): "Nec est dicendum quod fundatur in aliqua luce creata, utpote in aliqua intelligentia, quae illuminet mentes; quia, cum illae regulae sint incoarctabiles, quia mentibus omnium se offerunt, tunc sequeretur quod lux creata esset incoarctabilis et esset actus purus, quod absit; et qui hoc dicit enervat fontem sapientiae et facit idolum, ut Angelum, Deum, et plus quam qui lapidem Deum facit. Haec enim sapientia radiat super animam". 78 Per l'approfondimento del tema cf. P. Maranesi, Verbum inspiratum. Chiave ermeneutica dell'Haexaemeron di san Bonaventura (Bibliotheca seraphico-capuccina, 51), Roma 1996, 339ss.

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