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BONAVENTURA E MALEBRANCHE 207 intellettivamente rigoroso. Il contenuto dei nostri pensieri viene dalle cose cono– sciute, ma i caratteri di permanenza e di universalità delle nostre proposizioni, non vengono dalla provvisorietà delle cose e dalla mutevolezza del nostro essere. Da qui il perché siano detti "innati" i principi primi, virtualmente preformati nel pensiero e operanti nell'organizzazione scientifica dei risultati della nostra attività di ricerca. La contuizione accompagna ogni conoscenza criticamente consapevole. Se l'attenzione si ferma all'io-sé degli esseri, allora quel contenuto, così isolato, lascia nell'ombra la relazione di dipendenza essenziale della cosa dalla causa, grazie a cui è ed è conservata nell'essere. È la strada dell'assolutizzazione del relativo che Bona– ventura intende sbarrare, perché prologo alla sua idolatria 42 • Il che si dica anche della vita etica, autentica a condizione che venga impiantata e realizzata entro la logica della dipendenza elevante di Dio, di cui l'onesto rispetta la volontà e il santo coglie il respiro. Infatti, nel giudicare retto o disonesto questo o quello, contuiamo quei primi principi morali, in base ai quali elaboriamo il nostro apprezzamento 43 , e insieme ci lasciamo sospingere da quel pondus o impulso verso il bene, identifi– cabile con la voce della coscienza o "synderesis, cuius est remurmurare contra ma– lum et stimulare ad bonum" 44 • Nel prendere coscienza di ciò che scegliamo, con– tuiamo ciò che rende possibile la stessa scelta, e cioè quelle virtù alla cui luce giudi– chiamo e operiamo. È la forza che inclina al bene45. Come è possibile cercare il bene se non si è in qualche modo toccati dal bene assoluto, sicché intuendo l'uno si contuisca l'altro? 46 L'eterno è nell'anima, sorgente da cui deriva criticamente ogni intellezione come ogni valutazione etica 4 7 , frammento di luce nell'oscurità del 42 In I Sent., d. 17, pars 1, dub. 2, (ed. Quaracchi, I, 304): "Praesentius est aliquid dupli– citer in ratione cognoscibilis: vel secundum effectum, vel secundum se. Secundum se notior est frater, secundum effectum notior est Deus". 43 Itinerarium, III, n. 4, (ed. Quaracchi, V, 304): "Consilium autem est in inquirendo, quid sit melius, hoc an illud. Sed melius non dici nisi per accessum ad optimum... Nullus ergo scit, utrum hoc sit ilio melius, nisi sciat illud optimo magis assimilari. Nullus autem scit aliquid alii magis assimilari, nisi illud cognoscat". 44 Brevi!., II, cap. 11, (ed. Quaracchi, V, 229). 45 In Hexaàn., VI, n. 6, (ed. Quaracchi, 361): "Dico ergo quod illa lux aeterna est exem– plar omnium, et quod mens elevata, ut mens aliorum nobilium philosophorum antiquorum, ad hoc pervenit. In illa ergo primo occurrunt animae exemplaria virtutum". 46 De scientia Christi, q. 4, fund. 29, (ed. Quaracchi, V, 20): "Impossibile est quod affectus noster directe feratur in bonum, quin aliquo modo attingat summam bonitatem". 47 In Hexaem., II, n. 10, (ed. Quaracchi, V, 338): "Hae (regulae) radicantur in luce aeterna et ducunt in eam, sed non propter hoc ipsa videtur".

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