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204 ORLANDO TODISCO porale risulta di poco conto. La verità, se tale, non può non imporsi, prima o poi, con o senza ostacoli, come la luce del sole in un mattino brumoso. 3. Bonaventura e la luce divina della verita Al pari di Malebranche, Bonaventura colloca il pensare nello spazio divino e al pari di Malebranche, critico del deismo, si oppone all'aristotelismo-averroista. Dopo aver accennato alla piega razionalistica della proposta di Malebranche, che pone al centro, al pari dei deisti, la verità razionale, ma a differenza di questi, l'identifica non con la ragione umana ma con Dio, uno e trino, fonte assoluta d'ogni legalità, risvegliata e purificata da Cristo, vogliamo interrogare Bonaventura intorno all'orientamento aristotelico-averroista, secondo cui al centro vi è la verità razionale, al cui filtro si voleva che passasse anche il pensare teologico 30 • Bonaventura e Malebranche ritengono entrambi che il finito si illumina nell'infinito. Per intendere la specifica posizione di Bonaventura si premetta che "ogni sapienza è da Dio, come pure ogni essenza ha l'essere dalla sua essenza; e dalla sua verità è ogni verità, come dalla sua bontà ogni bontà" 31 , sicché Dio risulta causa essendi, ratio intelligendi e ordo vivendi. Come l'immagine del sovrano è nella moneta o una qualsiasi cosa si riflette nello specchio, Dio è nel mondo. Se viene all'essere grazie a colui che l'ha pensata, la creatura non ricade nel nulla perché, e a condizione che la conservi nell'essere. Ogni creatura, infatti, è trattenuta nell'esse– re grazie a colui che, avendola amata prima che fosse, non le sottrae il suo amore 32 , sicché nella conoscenza dell'una si contuisce la presenza dell'altro. Si sa che l'atto creativo ha luogo non per natura ma per arte, e l'arte allude all'abilità dell'artista. L'arte infatti è "abito fattivo retto dalla ragione" 3 3. La creatura allora rinvia alla li- 3 ° Cf. quanto "Il pensare francescano come trascendimento del vero verso il bene", in Lo stupore della ragione, (II ed.), Padova 2008, 129-199. 31 [Pseudo-Bonaventura], In Sap., Prooemium, n. 5, (ed. Quaracchi, VI, 108). La paterni– tà bonaventuriana di questo testo è stata recentemente confutata. Cf. D.V. Monti, A Recon– sideration oJ the Authorship of the Commentary on the Book of Wisdom attributed to St. Bonaventure, in AFH 79 (1986) 359-381. 32 In I Sent., d. 37, pars 1, art. 1, q. 1, concl., (ed. Quaracchi, I, 639); In I Sent., d. 37, pars 1, art. 1, q. 2, concl., (ed. Quaracchi, I, 641): "Nam locatum per praesentiam replet vacuitatem distantiae: Deus autem per praesentiam replet vanitatem essentiae, et illa quidem sine hac esse non potest". 33 In Hexaem., V, n. 13, (ed. Quaracchi, V, 356): "habitus cum ratione factivus".

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