BCCCAP00000000000000000000884

182 MARCO BARTOLI rum 32 • Come giustamente ha sottolineato Attilio Stendardi in Bonaventura "la imperfezione, rispetto alla perfezione, non è carenza di bene quanto piuttosto pos– sesso di un bene meno completo; non privazione della giustizia, bensì una giustizia meno piena, non privazione di merito, ma un merito meno eccellente, l'imper– fezione implica di per sé un bene, però non tutto il bene" 33 • La distinzione non è di poco conto: se infatti i francescani si fossero considerati "i soli perfetti" avrebbero corso il rischio di finire nell'eresia, come coloro che ritenevano, anche nel XIII se– colo, di essere i soli possessori della verità evangelica (non va dimenticato che i responsabili delle comunità "catare" si facevano chiamare "perfetti"). I francescani sono invece, secondo Bonaventura, "più perfetti", ma in una scala di perfezione che comprende anche i semplici fedeli che vivono nel mondo. Uno dei problemi sollevati dagli oppositori era quello relativo ai tempi. Se quella mendicante era la vita di perfezione evangelica, perché Dio avrebbe atteso tanto tempo per suscitarla in mezzo alla sua Chiesa? La soluzione di Bonaventura è nota 34 • Basti qui ricordare un passaggio della seconda quaestio, in cui si dice che secondo la disposizione della sapienza divina, Dio dispone e ordina tutte le cose nei loro tempi, ragion per cui, come nel primo tempo della Chiesa suscitò uomini poten– ti per miracoli e segni - come furono gli apostoli e i loro discepoli - e nel tempo intermedio uomini dotati dell'intelligenza delle Scritture e delle ragioni vitali, così in quest'ultimo tempo ha suscitato uomini che liberamente han scelto di farsi mendi– canti e poveri quanto alle cose mondane. E di certo questo era ben conveniente, affin– ché fosse distrutta per mezzo dei primi l'idolatria - e i portenti degli idoli - per mezzo dei secondi l'eresia, per mezzo dei terzi l'avarizia, che regna soprattutto nella fine del mondo. Nondimeno, poiché la povertà è fondamento della perfezione secon– do il Vangelo, ed essa stessa ne è come il complemento, perciò essa era in vigore nei primordi della Chiesa ed è cosa conveniente che sia in vigore anche in prossimità del suo stato finale 35 • 32 Apologia pauperum, cap. 3, 14, (Opere di San Bonaventura,VIII), 243. 33 A. Stendardi, Introduzione, in Opuscoli teologici, 3: La perfezione evangelica, (Opere di San Bonaventura, V/3), 14. 34 Il riferimento escatologico in Bonaventura è chiaro: cf. De perfectione evangelica, q. II, art. 2, ad 20, (Opere di San Bonaventura, V/3), 148. 35 Opuscoli teologici 3: La perfezione evangelica. Questioni disputate, a cura di A. Di Maio, (Opere di San Bonaventura, V/3), Roma 2005, 147. [Sul frontespizio il cognome del curatore in forma errata: Di Mario!].

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz