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180 MARCO BARTOLI decretale Exiit qui seminat (1279), mentre altre (come ad es. l'ultima) la citano esplicitamente. D'altra parte Olivi stesso cita le Quaestiones de peifectione evange– lica in alcune delle sue opere più importanti, come il suo commento alla Regola, che è, secondo il parere dell'editore D. Flood, del 1288. In altri termini il frate provenzale considerava alcune delle quaestiones da lui composte come facenti parte di un insieme da lui stesso denominato Quaestiones de peifectione evangelica, il che non vuol dire però che tali quaestiones fossero le stesse e nello stesso ordine di quelle che noi chiamiamo con tale nome. L'osservazione si impone visto il fatto che, in altre occasioni, lo stesso Olivi cita le nostre quaestiones con titoli diversi, come, ad esempio nella postilla super Apocalipsim, dove si cita la quaestio ottava, come prima quaestio de paupertate. Non vi è dubbio: quello di Olivi fu un vero e proprio work in progress, nel senso che il frate provenzale andava aggiungendo ed ampliando il suo pensiero (e quindi le quaestiones) in corrispondenza con gli avve– nimenti più importanti del suo tempo. La prova più consistente è data dalla tredi– cesima quaestio dedicata alla rinuncia di papa Celestino, che, come tutti sanno, avvenne nel 1294. Non è un caso che tale quaestio non si trovi affatto nelle prime raccolte delle Quaestiones de peifectione evangelica ( testimoniate dai codici Vat. Borgh. 358 e Vat. Borgh. 357). Dati e non risolti i predetti problemi, appare pur sempre possibile fare alcune osservazioni sull'insieme delle Quaestiones, così come trasmesse oggi dal codice Va– ticano Latino 4986. La prima osservazione riguarda il titolo scelto da Olivi: Q;iae– stiones de peifectione evangelica è infatti una chiara allusione ad una delle opere più famose (e più importanti per l'Ordine francescano) di Bonaventura, che di Olivi era stato maestro di teologia a Parigi. Le Quaestiones disputatae de peifectione evan– gelica di Bonaventura sono datate tra il 1255 e il 1256, a ridosso della disputa con i Maestri Secolari ed in particolare delle accuse mosse contro i Mendicanti da Guglielmo di Saint-Amour. Alla controversia è stato dato il nome di controversia sulla povertà, ma in realtà il dibattito si estendeva a tutta la riflessione teologica. Congar ha mostrato come in questo dibattito si manifestassero due diverse eccle– siologie27. Ma la materia del contendere non era solo ecclesiologica 28 . Non a caso in dato che tali tematiche, legate allo sviluppo degli ordini mendicanti, sono entrate nel dibattito teologico solo in seguito. Resta valida, per altro, l'osservazione sull'assoluta importanza del co– dice Vaticano Latino 4986 e quella relativa alla prossimità con i temi del IV libro delle Sentenze. 27 Y. Congar, Aspects ecclésiologiques de la querelle entre Mendiants et Séculiers dans la seconde moitié du XIIIeme siecle et le début du XIVime, in Archives d'Histoire doctrinale et litté– raire du Moyen-Age 28 (1961) 35-151; trad. it.: Insegnare epredicare. Aspetti ecclesiologici della
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