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148 MARYMELONE Bonaventura assume, lo spirito di bestemmia è infatti più grave della bestemmia in sé, perché indica l'odio verso Dio e il desiderio consapevole di offenderlo. L'appa– rente contraddizione tra il II e il IV libro si spiega tenendo conto che lo stesso Riccardo afferma di seguire in questo insegnamento la posizione di Ugo 26 • Nelle questioni riguardanti il rapporto tra colpa e pena che occupano alcune distinzioni del II libro, si trova anche un riferimento implicito al prologo dell'In Apocalypsim, lì dove si afferma la necessità intrinseca di punire il peccato 27 • Vengono citati correttamente come opera di Riccardo i seguenti opuscoli teolo– gici: De Emmanuele, De Verbo incarnato, De tribus personis appropriatis in Trinitate. Dal De Emmanuele viene attinta una sentenza riportata nel II libro tra gli argomenti contrari, nell'ambito delle questioni riguardanti l'immortalità dell'uo– mo: Bonaventura, infatti, non condivide con il magister vittorino la tesi secondo la quale il nutrirsi dell'albero della vita avrebbe potuto restituire ad Adamo l'immor– talità dopo il peccato 28 • La sentenza citata dal De Verbo incarnato si trova invece tra i fundamenta: nel IV libro, trattando della penitenza e dei suoi effetti, l'autore si appoggia sull'affer– mazione di Riccardo circa la corrispondenza tra l'altezza della condizione in cui un uomo si trova e la gravità della sua caduta, per ribadire l'importanza della dispo– nibilità personale al dono della grazia 29 • Il De tribus appropriatis personis in Trinitate compare come fonte indiretta nel II libro, tra gli argomenti contrari alla tesi del maestro sulla onnipotenza e onniscienza di Cristo. L'autore nega la possibilità di comunicare l'onnipotenza ad una realtà creata, come è anche l'anima di Cristo, quale proprietà inhaerens. Qui Riccardo figura tra gli ad opposita non per un argomento cristologico, ma per la sua distinzione delle facoltà dell'anima in potenza, scienza e volontà; questa distin– zione, anteponendo la potenza alla scienza, sembra legittimare la posizione di co– loro che vogliono affermare l'onnipotenza dell'anima creata di Cristo, perché, in 26 Cf. In II Sent., d. 43, dub. II, (ed. Quaracchi, II, 997); In IVSent., d. 15, pars 1, dub. VI, (ed. Quaracchi, IV, 360). 27 In II Sent., d. 36, art. 1, q. 1, ad 3, (ed. Quaracchi, II, 843 nota 8): secondo gli editori di Quaracchi, l'insegnamento del maestro circa la necessaria pena per il peccato ha come fonte la dottrina di Agostino e di Riccardo. 28 Cf. In II Sent., d. 19, art. 2, q. 2, ad 2, (ed. Quaracchi, II, 467). 29 Cf. In IVSent., d. 14, pars 2, art. 2, q. 1, fund. 4, (ed. Quaracchi, IV, 336).
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