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RECEZIONE DI RICCARDO DI SAN VITTORE IN BONAVENTURA 169 si fonda non sulla definizione boeziana, ma sulla lezione di Riccardo, sintetizzata nella necessità di considerare la persona come un soggetto che possiede la sostanza secondo una modalità relazionale legata all'origine. La trattazione elaborata nella distinzione XXVI viene a confermare questa interpretazione. L'argomento considerato riguarda le proprietà personali; nella quaestio seconda, l'autore si chiede cosa siano in Dio le proprietà personali, citan– do neifundamenta Riccardo di San Vittore e la sua identificazione di tali proprietà con la relazione di origine 1° 6 • Nel respondeo, lì dove l'esposizione esprime il suo pensiero, Bonaventura ribadisce l'identità delle proprietà personali con le relazio– ni, specificando che una delle ragioni di tale identificazione si trova nel loro essere incomunicabili, con un chiaro riferimento alla posizione di Riccardo. La stessa citazione del De Trinitate compare nella successiva quaestio, dove il maestro affronta un argomento più complesso, quello relativo alla funzione delle proprietà: il loro compito è quello di distinguere le persone o di manifestare la loro distinzione 107 ? Bisogna attribuire ad esse un ruolo ontologico, riconoscendo la proprietà come ciò che pone in essere la distinzione personale intratrinitaria, oppure un ruolo gnoseologico, che consiste nel far conoscere quella distinzione che va ricondotta alla sola origine? Bonaventura, che aderisce maggiormente a questa seconda posizione, tenta tuttavia di conciliarla con la prima: da una parte, infatti, precisa che mentre l'origine precede colui che ha origine, la relazione segue colui a cui si riferisce, così che la proprietà personale viene ad essere ratio innote– scendi e non distinguendi. Tuttavia, dall'altra parte, poiché in Dio vi è identità tra aver origine, essere ed essere in relazione, la proprietà personale comprende in sé sia l'origine (ad esempio la generazione), sia la relazione (ad esempio la paternità), per quanto in sé distinte, così che essa, nell'uso linguistico comune, è anche intesa quale ragione di distinzione. Su questo sfondo si comprende perché il testo di Riccardo venga citato tra i fundamenta: il Vittorino riporta la ratio distinguendi personale all'origine, in quanto considera le proprietà fondamentalmente come proprietà di origine 108 • 106 In I Sent., d. 26, art. un., q. 2, fund. 3, (ed. Quaracchi, I, 455): "Item Richardus de sancto Victore in libro De Trinitate dicit, quod personae distinguuntur proprietate originis; sed origo in divinis non est motus, sed habicudo, ergo relatio". 107 In I Sent., d. 26, art. un., q. 3, (ed. Quaracchi, I, 456). 108 In I Sent., d. 26, art. un., q. 3, fund. 2, (ed. Quaracchi, I, 456-457).

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