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168 MARYMELONE È proprio sulla base di questa preminenza dell'aspetto sostanziale dell'in sé su quello relazionale dell'in alio che si spiega la presa di posizione bonaventuriana nei confronti della formula di Boezio, affrontata espressamente nella quaestio seconda della distinzione XXV 103 • L'interrogativo che viene posto non riguarda il valore generico della definizione boeziana, quanto piuttosto la sua convenienza alla per– sona divina, una convenienza che Riccardo aveva negato sulla base della sua non convertibilita: se la persona è sostanza individuale, in Dio o ci sono tre sostanze in– dividuali, corrispondenti alle tre persone, oppure c'è un'unica persona, in quanto unica è la sostanza individuale 104 • Bonaventura, nel riaffermare la validità e la con– venienza della definizione boeziana, non si sottrae al confronto con la critica del Vittorino, che aveva chiamato in causa tra gli argomenti contrari, sviluppando dettagliatamente tale confronto nel respondeo 105 • Egli riconosce il limite di im– proprieta della formulazione di Boezio ("definitio Boethii fuit data et videbatur improprietatem sonare") e, specularmente, la maggiore correttezza della defini– zione di Riccardo ("posuit Richardus aliam magis per propria verba"): quest'ulti– ma infatti, sottolinea Bonaventura, precisa meglio il valore da dare al termine sostanza come pure alla sua qualifica di individua, sostituita con maggiore preci– sione da incommunicabilis. Egli tuttavia ridimensiona di fatto la distanza tra le due definizioni, facendola consistere semplicemente in un modus dicendi proprio o improprio, perché ritiene che il significato di persona che si evince dalle due defi– nizioni sia in realtà corrispondente: "Posset tamen dici quod omnes idem dicunt, sed tamen secundum modum dicendi". Si può cogliere in questa posizione un tentativo di conciliazione che sembra tralasciare la differenza fondamentale tra le due definizioni, una differenza da identificare nel fatto che la formula riccardiana inserisce nel concetto di persona una prospettiva relazionale estranea alla definizione di Boezio. Tuttavia, questa volontà di conciliazione, che ha come esito quello di sminuire la specificità e la significativa originalità della visione personalistica di Riccardo, va forse ricondotta proprio all'assunzione da parte di Bonaventura di questa stessa prospettiva relazio– nale, come dimostra l'assimilazione delle correzioni apportate a Boezio. In altri termini, la spiegazione data dal maestro francescano quando sostiene che il concet– to di persona implica un suppositum distinto a partire da una proprietà relazionale, 103 In I Sent., d. 25, art. 1, q. 2, resp., (ed. Quaracchi, I, 439). 104 Richard de Saint-Victor, De Trinitate, IV, cap. 21, 186-187. 105 In I Sent., d. 25, art. 1, q. 2, ad 4 e resp., (ed. Quaracchi, I, 439. 441).
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