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RECEZIONE DI RICCARDO DI SAN VITTORE IN BONAVENTURA 165 obiezione, ridimensiona il contributo di Riccardo, facendolo consistere in una in– dividuazione delle modalità dell'amore non in sé, ma solo come una metafora 86 utile ad indicare l'origine e il modo di procedere delle persone divine. Questa precisazione viene nuovamente riproposta nei dubia 87 della stessa di– stinzione, in cui l'autore nega espressamente che nella formulazione riccardiana vada riconosciuta la volontà di definire le proprietà dell'amore o dell'atto di ama– re, in quanto si vuole piuttosto definire la proprietà della persona 88 • Si tratta di una precisazione che manifesta un'acuta penetrazione del pensiero del Vittorino, che in effetti riconduce l'andamento dell'atto d'amare ai dinamismi eterni e imma– nenti del procedere intratrinitario. Rimane tuttavia l'interrogativo sull'effettiva consistenza dell'obiezione bonaventurana, dal momento che per Riccardo le tre modalità indicano realmente le proprietà dell'amore; è solo per l'identificazione in Dio dell'esse con l'amare che esse passano ad indicare anche il proprium di ogni persona a partire dalle relazioni di origine 89 • 3. L'idea di persona L'originalità della definizione di persona formulata da Riccardo ha sempre su– scitato notevole interesse, costringendo fin da subito a prendere posizione nei suoi confronti sia per la critica alla formula di Boezio che implica, sia per la prospettiva relazionale che tenta di salvaguardare 90 • E se a preferirla a quella boeziana sarà solo Duns Scoto due secoli dopo 9 1, tuttavia gli scolastici del XIII secolo, tra i quali lo nella sua persona questa reciprocità, procederebbe di conseguenza come gratuito e debito, il che è impossibile, perché questa modalità corrisponde all'essere del Figlio. 86 In I Sent., d. 10, art. 1, q. 3, ad 4, (ed. Quaracchi, I, 199); cf. anche lo Scholion, 200. 87 In I Sent., d. 10, club. II, (ed. Quaracchi, I, 205). 88 In I Sent., d. 10, club. II, (ed. Quaracchi, I, 206): "Ad illud quod obiicitur de Richardo, dicendum, quod gratuitum non dicit proprietatem amoris sive amandi, sed proprietatem personae, quae dat et non recepit". 89 Cf. Richard de Saint-Victor, De Trinitate, V, cap. 18, 216-218. 90 Per un orientamento su questo tema cf. P. Hofmann, Analogie und Person, in Theologie und Philosophie 59 (1984) 191-234; J. Calduch Romero, Introduccion al estudio de Dios Trino, (excerpta e dissertatione ad Doctoratum, Facult. S. Theol.), Navarra 1987, 213-283; E.H. Cousin, The notion ojthe person in the De Trinitate ofRichard ofSt. Victor, New York 1966; N. Den Bok, Communicating the most high. A systematic study ojperson and Trinity in the theology ofRichard ofSt. Victor (Bibliotheca victorina, 7), Paris-Turnhout 1996; T. Ebneter, Existere. Zur Persondefinition in der Trinitdtslehre des Richard von St. Viktor ( t I 173), Fribourg 2005. 91 Cf. Giovanni Duns Scoto, Ord., I, d. 23, q. un., (ed. Scot., V, 350-363).
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