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162 MARYMELONE meno di tre, e gli altri due, vale a dire la somma semplicità e la fontalità, negano la possibilità che le persone siano piu di tre. All'interno di questa suddivisione, nell'ambito della somma beatitudine e del suo legame con la caritas, compare il ri– ferimento alla dilectio e alla condilectio, che assumono pertanto lo statuto di ratio– nes necessariae della Trinità anche nelle argomentazioni bonaventuriane. Riguardo alla ragione di proporzione, poi, l'autore opera un'ulteriore suddivi– sione individuando due aspetti che in Bonaventura, come del resto nello stesso Riccardo, assumono tutto lo spessore di un argomento razionale con forza dimo– strativa78, vale a dire la proporzione delle combinazioni e la proporzione dei numeri ternari. L'influsso del Vittorino si manifesta esplicitamente nella proporzione delle combinazioni, dove compare la terminologia caratteristica del suo De Trini– tate. Si tratta della combinazione delle modalità dell'amore, che riveste un ruolo chiave nell'analisi relativa alla Trinità delle persone divine. Riccardo, infatti, con una serie di argomenti razionali7 9 , aveva provato che nell'amore è possibile rico– noscere solo tre modalità: l'amor gratuitus, l'amor debitus e l'amor gratuitus et de– bitus. E dal momento che in Dio esse et amare coincidono, le tre modalità dell'a– more corrispondono alle tre persone divine, perché indicano la proprietà secondo cui ogni persona possiede l'unica sostanza divina 80 • Va sottolineato qui l'influsso del De Trinitate, perché Bonaventura riprende integralmente l'argomento di Riccardo. Seguendo il Vittorino, il maestro france– scano dimostra la necessità della Trinità esponendo le possibili combinazioni delle modalità d'amare. Queste combinazioni scaturiscono dal dinamismo del dare– accipere che esclude in se stesso altre possibilità, dimostrandosi in questo senso ratio congruitatis ex suflìcientia combinationum; in base a questo dinamismo, in- 78 Si consideri ad esempio questo testo di Riccardo, in cui si afferma chiaramente la corri– spondenza tra bellezza, armonia e perfezione: Richard de Saint-Victor, De Trinitate, V, cap. 14, 212: "Ubi autem est summa pulchritudo, ubi nulla potest deesse perfectio, constar, quod consequens est, et unde mens sana nullatenus dubitare potest, quod divinarum personarum pluralitas omnino sit congruentissima venustate conjuncta et ordinatissima alteritate distin– cta". Per quanto riguarda Bonaventura, sia sufficiente richiamare la dimensione estetica della sua teologia, particolarmente sottolineata da H.U. von Balthasar, Gloria. Un'estetica teologica, 2: Stili ecclesiastici, Milano 1978, 235-325. 79 Richard de Saint-Victor, De Trinitate, V, cap. 15-20, 213-219. 80 Richard de Saint-Victor, De Trinitate, V, cap. 20,218: "Oportet itaque absque dubio ut in summa simplicitate idem ipsum sic esse quod diligere. Erit ergo unicuique trium idem ipsum persona sua quod dilectio sua".

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