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RECEZIONE DI RICCARDO DI SAN VITTORE IN BONAVENTURA 161 nale 75 • Bonaventura sembra supporre tutto il ragionamento riccardiano, limitan– dosi a sottolineare che l'ipotesi secondo cui in Dio potrebbero esserci più di tre persone verrebbe a negare proprio la perfezione dellagermanitas, dell'affinità 76 • Ben più articolata è invece l'argomentazione costruita sulla caritas, dove com– pare espressamente la categoria centrale della teologia di Riccardo, quella della con– dilectio. L'andamento bonaventuriano, che non si limita a ripetere passivamente il maestro vittorino, introduce due qualificazioni per indicare la perfezione della caritas che non si trovano nella sua fonte, affermando che essa è perfetta se è al contempo liberalis et communis. Quando però deve esplicitare il significato di tali qualificazioni, egli attinge espressamente alla distinzione tra dilectio e condilectio, evidenziando come la carità perfetta, in quanto liberalis, tende verso un altro da sé, in quanto communis esige condivisione dell'amore e quindi richiede una condi– lectio. Si ha qui un'anticipazione di quella dimensione della liberalitas che, nella sua accezione di donazione libera e gratuita, viene posta dall'autore all'origine della processione dello Spirito 77 • Il dinamismo insito nella carità si offre dunque anche per Bonaventura come elemento di intelligibilità della comunione trinitaria e questo avviene proprio sulla base dell'interpretazione di Riccardo di San Vittore. L'argomento viene ripreso nel respondeo, dove trova una formulazione più distesa. Qui il maestro distingue una doppia ratio a giustificazione della Trinità: la ratio necessitatis e la ratio congruitatis; va sottolineato che in entrambe le rationes l'autore fa riferimento al pensiero di Riccardo. Riguardo alla ragione di necessita, riprendendo i quattro argomenti già consi– derati, Bonaventura li suddivide in due gruppi: due argomenti, cioè la somma bea– titudine e la somma perfezione, provano l'impossibilità che le persone divine siano 75 La terminologia riccardiana relativa alla distinzione tra processione mediata ed imme– diata viene citata da Bonaventura espressamente In I Sent., d. 12, art. un., q. 3, fund. 2, (ed. Quaracchi, I, 223). 76 Cf. In I Sent., d. 2, art. un., q. 4, fund. 1, (ed. Quaracchi, I, 56). Il termine e il concetto digermanitas ricorre ancora nel In III Sent., d. 2, art. 1, q. 3, fund. 4, (ed. Quaracchi, III, 42), nell'ambito delle questioni relative all'incarnazione, per sostenere la convenienza dell'assun– zione di una natura singola. 77 Cf. In I Sent., d. 10, art. 1, q. 1, fund. 3, (ed. Quaracchi, I, 195): "natura perfecta fecun– ditate producit persona aliam personam; ergo pari ratione, voluntate perfecta liberalitate, pro– ducit personam aliam personam". Cf. anche il saggio ancora autorevole di ].F. Bonnefoy, Le Saint-Esprit et ses dons selon saint Bonaventure, Parigi 1929.
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