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134 FELICE ACCROCCA vitia, et perfectus in iustitia et fama ad corripiendum de commissis; perfectus [in] caritate et paupertate ad erudiendum de premiis et suppliciis". Qualità nelle quali il beato Antonio fu perfetto come il suo Maestro. Giovanni ripercorre singolar– mente questi peculiari aspetti della vita del Santo, fino ad affermare che egli Habuit eximiam paupertatem. Nam paupertatem debent habere omnes Christiani, secundum sententiam Salvatoris: Nisi quis renuntiaverit omnia que possidet, etc. Sed numquid omnes Cristiani relinquunt? Immo relinquunt omnes boni quantum ad affectum, licet non quantum ad effectum, secundum quod dicit Ps.: Divitie si aflluant nolite cor apponere. Preterea est reperire alium gradum paupertatis, eorum scilicet, qui nichil habentes proprium possident in communi. Hec est paupertas religiosorum, quam beatus Antonius habuit, quamdiu beati Augustini regule subiacuit. Est etiam ultimus gradus paupertatis, eorum scilicet, qui nichil habent nec habere possunt; communicant proprium. Et hec est paupertas fratrum minorum, quam habuit et in qua perseveravit. Ideo perfectus et ydoneus est ad erudiendum 9 • Giovanni enumera dunque diversi gradi di povertà: una povertà alla quale sono tenuti tutti i cristiani, che non debbono attaccare il loro cuore alle ricchezze di questo mondo. Per quanto debbano lasciare ogni cosa "quantum ad affectum", tuttavia non è chiesto loro di abbandonare materialmente i propri beni. Vi è poi, egli dice, un altro grado di povertà, che è la povertà dei religiosi, di quanti, cioè, pur non avendo nulla in proprio, possiedono in comune. Antonio aveva fatto esperienza di una tale povertà nel tempo in cui aveva professato la Regola di sant'Agostino. Vi è, infine, un "ultimus gradus paupertatis", che è quella di coloro "qui nichil habent nec habere possunt". La povertà dei Minori, pertanto, non è come quella degli altri religiosi, poiché si pone su un grado più alto, l'ultimo, che richiede la completa rinuncia, non solo personale, ma comunitaria. Difficile essere più chiari: per Giovanni de La Rochelle l'opzione minoritica non costituisce una scelta tra le tante possibili in seno alle diverse famiglie reli– giose, quanto piuttosto un grado eminente, che pone l'Ordine dei Minori in una condizione di eccellenza rispetto agli altri, in definitiva anche ai Predicatori. Questo, ovviamente, Giovanni non lo dice, eppure non era un mistero per nessu– no che i Predicatori - in obbedienza alle indicazioni della costituzione 13 del Concilio Lateranense IV - avevano adottato la Regola di sant'Agostino, la stessa a 9 Balduinus ab Amsterdam, Tres sermones inediti ]oannis de Rupella in honorem S. Anto– nii Patavini, in CF 28 (1958) 55-56: si tratta del sermone III. Si veda, sul personaggio, la biblio– grafia segnalata daJ.D. Rasolofoarimanana,]ean de La Rochelle et Anonime.

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