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GIOVANNI DE LA ROCHELLE, GILBERTO DI TOURNAI... 139 derelictus suorum parrochianorum sola– tio et consuetis oblationibus defraudatur (259 b). Illud etiam satis notabile videtur et inde– cens, quod nunnulli vestrum, mox ut aliquos aegritudinis languore detentos in– telligunt, ad ipsos festino concurrunt et eos illectivis verborum blanditiis demul– centes praecipuum ipsis salutis remedium pollicentur, si apud eorum ecclesias elege– rint sepulturam; ac tandem eos ad suum propositum talibus persuasionibus per– trahentes ad testamenta eorum ordinan– da se ingerunt et laetantur, cum canonica iustitia defraudantur ecclesiae, de quo– rum parrochiis assumuntur corpora de– functorum (260 a). Item, ne elemosinas quas devocio fide– lium aliquibus facere proponit, aliis im– pediant, ut ipsi habeant, sed pocius, cum intersunt in testamentis aut aliis negociis, bona fide sint memores aliorum, pias subvenciones eisdem fieri procurando (28, rr. 22-25). Se Minori e Predicatori non si risparmiavano tra loro colpi bassi, non c'è troppo da dubitare che abbiano potuto congiuntamente assestarne di simili al cle– ro secolare; credo non restino quindi molti margini di dubbio rispetto alle circo– stanziate accuse formulate da Innocenzo IV. Neppure credo si possa troppo dubi– tare delle opposte affermazioni contenute nella lettera Nimis iniqua, promulgata una prima volta da Gregorio IX nel 1231 e più volte reiterata, anche da Inno– cenzo IV: resta, semmai, da spiegare la linea di volta in volta seguita dalla Sede Apostolica. La lettera, comunque, doveva essere letta in ogni casa religiosa a tutti, esclusi i novizi, e doveva essere esposta "vulgariter" ai frati illetterati, conservando accura– tamente la riservatezza affinché non ne trapelasse notizia alcuna all'esterno. Non sappiamo quanto questa lettera, con il suo accorato invito alla concordia, possa aver inciso nel periodo immediatamente successivo. Certo è che i Mendicanti reagirono compatti di fronte agli attacchi di Guglielmo di Sant'Amore, e Tom– maso d'Aquino, con il trattato Contra impugnantes Dei cultum et religionem, finì per trovarsi "molto vicino agli autori francescani impegnati nella disputa" 18 • 18 R. Lambertini, Apologia ecrescita dell'identitafrancescana, 115-116.
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