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52 COSTANZO CARGNONI donare il suo cuore. La misericordia diventa quel filtro che trasforma la visione dei suoi occhi, per cui vede in modo nuovo, e quei malati lebbrosi gli rivelano la mise– ricordia di Cristo. Quell'abitare in mezzo a loro, quel condividere la loro casa di dolore, diventa il primo atto della sua conversione, diventa misericordia operosa, cioè, per usare un linguaggio tradizionale, diventa un'opera di misericordia, ossia cura, servizio, aiuto concreto, assistenza: "Lavava loro i piedi, fasciava le piaghe, to– glieva dalle piaghe la marcia e le ripuliva dalla purulenza. Baciava anche, spinto da ammirevole devozione, le loro piaghe incancrenite", scrive Bonaventura nella sua Leggenda Maggiore 11 • La misericordia, questo dare il cuore ai miseri, ai sofferenti, agli ammalati, è come una cardioterapia che trasforma un cuore di pietra in cuore di carne, che soffre con chi soffre, che assorbe quasi i dolori e li trasforma in amo– re. E subito dopo, vinta la sua ripugnanza, esercitato il suo ministero di misericor– dia, Francesco avverte il cambiamento, un cambiamento radicale, come una vita nuova: è una dolcezza totale, dell'anima e del corpo. "Nel ritorno - leggiamo an– cora nella Leggenda dei tre compagni - ciò che prima gli riusciva amaro, vedere cioè e toccare dei lebbrosi, gli si trasformò veramente in dolcezza" 12 • Si sente rinato. Arricchito. È la Dives in misericordia di Giovanni Paolo Il, se volessimo interpre– tare questo fatto nell'attualità della Chiesa di oggi. Da quel momento Francesco privilegia i poveri e i sofferenti nell'anima e nel corpo. Giunto alla fine della vita, desidera ancora "rimettersi al servizio dei lebbro– si ed essere vilipeso come un tempo" 13 • E non solo personalmente, ma anche per i suoi frati egli esige questo servizio ai lebbrosi. Così si legge nella Leggenda perugina o Compilazione di Assisi: Nei primordi, quando i frati presero a moltiplicarsi, Francesco volle che rimanessero nei lazzaretti dei lebbrosi, per servirli; per questo in quel tempo, in cui venivano alla Religione nobili e popolani, fra le altre cose che venivano loro annunziate, si diceva che era necessario servire i lebbrosi e restare nelle loro abitazioni 14 • Ossia nessuno allora poteva entrare nella vita evangelica di Cristo se non im– parava a servire i "fratelli cristiani", come Francesco chiamava i lebbrosi, ossia cri– stiani per eccellenza perché immagini vive di Cristo crocifisso, che egli in loro 11 Leg. Mag. 2, 6: F.fr 1045, p. 612. 12 3 Soc. 11: F.fr 1408, p. 801. 13 1 Cel 103: F.fr 500, p. 320. 14 Leg. Per. 9: F.fr 1549, p. 884.

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