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58 COSTANZO CARGNONI voluto osservare con la regola 33 , dimostra la loro attenzione a ricercare il vero spiri– to di Francesco. Comprendendo che il racconto fatto da Francesco della sua vita era indirizzato ai suoi frati perché ne tenessero conto come punto di riferimento della loro vocazione, i cappuccini collocarono fin dall'inizio della loro storia l'espe– rienza dei lebbrosi, degli ultimi, come base della loro novità di vita, come scelta di minorità, dell'ultimo posto, nella Chiesa 34 • Capirono che la memoria dei lebbrosi era la prima delle esortazioni fatte da Francesco ai suoi frati, ai quali aveva conse– gnato con quel ricordo la chiave della loro vocazione. Quell'ardore di penitenza unito alla misericordia nel servizio dei lebbrosi era il primo tratto inconfondibile e la prima immagine del Poverello che essi volevano riprodurre e imitare nel loro impegno di riforma. Perciò, assecondando questa ispirazione francescana, i cappuc– cini esercitarono fin dall'inizio questo ministero di misericordia, sia all'interno del claustro per i confratelli ammalati, giungendo a creare una vera organizzazione infer– mieristica e caritativa, sia fuori convento tra i laici secolari, nelle loro case, negli ospe– dali e nei lazzaretti. Si può senz'altro affermare che i malati, i poveri, i sofferenti, i tri– bulati, gli incurabili e gli appestati hanno realmente incrociato trasversalmente tutta la storia dell'Ordine, diventando la loro prima attività apostolica, dopo la predicazio– ne itinerante. Sopra questo aspetto qualificante voglio ora soffermarmi con attenzione. È risaputo dai cultori di storia cappuccina che "il primo germe ispirativo della Riforma cappuccina nasce da un gesto di amore verso un emarginato" 3 5, operato 33 Su questo argomento cf. lo studio di K. Efser, Das Testament des hl. Franziskus in der Gesetzgebungdes Kapuzinerordens, in CF 44 (1974) 45-69. 34 Cf. un testo rivelatore nelle primitive costituzioni dei cappuccini ( Cost. 1536, n. 7-8), do– ve si rileva la scelta di minorità di san Francesco nella Chiesa ("Volse, secondo la apostolica doctrina, che li suoi frati, per amore di Colui che si exinanì per nostro amore, fussen subiecti a Dio in ogni creatura, per il che li chiamò frati minori, a ciò, non solo col core si reputasino a tutti inferiori, imo, invitati ne la militante Chiesia a le noze del sanctissimo sposo lesu Cristo, cercassimo di star ne l'ultimo loco, secundo il suo conseglio ed exemplo"), e la conseguente chiara scelta radicale di minorità dei primi cappuccini ("si renuncia dal capitulo generale li privilegi de l'essere liberi ed exempti da li Ordinari. E per sommo privilegio acceptiamo, col serafico padre, di essere subditi a tutti''.). Cf. Ifrati cappuccini. Documenti e testimonianze delprimo secolo, vol. I: Ispirazione e istitu– zione, Roma-Perugia 1988, 264-266. 35 Lo ripete, per esempio, G. Santarelli nel suo studio: L'assistenza agli infermi nella tradi– zione cappuccina e nella narrazione manzoniana, in San Francesco e il mondo della sofferenza, 120, tuttol'art.113-139.
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