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SOPPRESSIONE INNOCENZIANA DI CONVENTI CAPPUCCINI 429 conventi della provincia Romana, oppure fu estesa anche agli altri 25 elencati dall'incauto procuratore generale 16 nella nota di cui sopra. 3. Soppressione eseguita. È noto ciò che capitò nella provincia dei cappuccini umbri, dove fu soppresso definitivamente il convento delle Carcerelle, mentre gli altri quattro di "S. Giuseppe di Città di Castello..., di S. Anna di Spoleto, di S. Croce di Narni e dell'Abbadia di Ferentillo" dovettero essere abbandonati prima del 1657; c'è da deplorare che lo storico non abbia appurato in quali anni i frati poterono tornarvi 17 • L'annalista della provincia Umbra, seguitando il racconto di detta soppres– sione, soggiunge: "E questa soppressione di luoghi non fu solamente nella no– stra provincia, ma in altre ancora". Siamo in grado di documentare che, tra que– ste altre province vi furono certamente quelle della Basilicata e di Roma. Nella Basilicata furono chiusi i conventi di Lagonegro e Potenza, previsti nella nota inoltrata dal procuratore generale alla Congregazione per la Riforma, ai quali si aggiunse il convento di Senise 18 • Nel Capitolo celebrato nel convento romano della Concezione ai primi di aprile del 1660, appena eletti i nuovi superiori della provincia, fu data lettura di un decreto che, a nome del papa, ingiungeva ai frati di abbandonare "sei con– venti, cioè di Sermoneta, Piperno, Anticoli, Anagni, Acquapendente e Campa– gnano". Il decreto colse di sorpresa e gettò lo sgomento tra i frati, che inutil– mente scongiurarono per la sua revoca. Né ebbero maggiore efficacia i memo– riali inviati al papa dai signori e dalle comunità civili dei luoghi che si vedevano privati della presenza dei cappuccini. Memoriali, suppliche e mediazione di car– dinali e principi non ottennero alcun risultato positivo (fatta eccezione, tuttavia, per il convento di Campagnano, riaperto 1'11 novembre 1666) durante tutto il pontificato di Alessandro VII. Soltanto nell'agosto del 1667, il nuovo papa Clemente IX consentiva che i cappuccini rientrassero in possesso dei detti con– venti19. E qui sono d'obbligo alcune osservazioni. Tra i conventi già segnalati dal procuratore generale dell'Ordine agli inizi del 1652, in vista di una eventuale soppressione (Sermoneta, Anagni, Gallese e Campagnano), fu risparmiato 16 L'opportunità del gesto non era condivisa dalla maggior parte dei procuratori gene– rali degli altri Ordini religiosi: E. Boaga, I.a soppressione 58. 17 Francesco da Vicenza, Le Carcere/le 257-258. 18 Ivi, 257; I conventi cappucdni I, 18; Antonio D'Urso, I cappucdni nella Basilicata enel Saler– nitano, Roma 1998, 54, 65, 71. 1 9 Cf. sotto, p. 434-435 e 436, documenti II e IV.
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