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382 SERVUS GIEBEN nato san Bonaventura negli Statuti di Narbona, il cerimoniale belga del 1595 per– metteva un'immagine dipinta sull'altare o, se fosse il caso, anche nella vetrata del coro27, Il tema del quadro, però, doveva essere quello che prescrivevano tali statuti, cioè, il Crocifisso, la beata Vergine, san Francesco e sant'Antonio di Padova 28 . È significativo che, per quanto riguarda le prime pale dipinte appositamente per le chiese cappuccine, sembra che ci si attenga alla tematica suggerita nel testo di san Bonaventura 2 9 • La presenza di queste grandi e anche costose pitture non costitui mai un serio problema di coscienza per l'Ordine 30 • Eccetto quando al governo centrale dell'Or– dine pareva che si esagerasse nella "preziosità" dei dipinti. Ciò capitava special– mente nei paesi dove il pregio di un quadro veniva giudicato non tanto in base al valore commerciale del dipinto quanto a motivo del peso propagandistico nella lotta contro i protestanti. Cosi, nel 1617, il ministro generale Paolo da Cesena, allarmato dalla denunzia di un religioso zelante, protestò da Madrid contro la collocazione dei quadri del Rubens nelle chiese di Cambrai, Lille, Anversa e Edin– gen. Lo stesso fece il suo successore, Clemente da Noto, per alcune pitture dei conventi svizzeri. Ma rendendosi conto che i quadri non potevano essere rimossi discostiate dalla vostra santa povertà. E vi dico che ho visto in alcun vostro luogo uno strorazzo per ancona con un crocifisso sopra, e il pallio tessuto di giunchi con una croce. E mi rendevano piu divozione assai, che se fossero state di broccato". Paulus a Foligno, Origo etprogressus Ordinis Fratrum Minorum Capuccinorum. Edidit Melchior a Pobladura, Romae 1955, 465s. Citato in I.frati cappuccini II, n. 2684, p. 1123-1124. 27 "Non imaginibus ecclesiae dipictae praeter tabulam ad altare vel in fenestris chori, si alicubi eas in eisdem vellet habere". Ippolito da Bergamo, Caeremoniae et observantiae, f. 103v. I cappuccini, però, non praticavano ancora l'uso delle vetrate in fondo al coro, come osserva lo stesso cerimoniale poco piu oltre: "omnino volumus observari [statuta Narbonensia], praeter illud de imaginibus Crucifixi, beatae Virginis etc., cu..'Il adhuc illud non observet nostra Religio". Ivi, f. 117v. 28 "In maiori vitrea post maius altare possint haberi imagines Crucifixi, beatae Virginis, beati Francisci et beati Antonii tantum". Ivi, f. 117r. 29 Lo vediamo, per esempio, nel celebre quadro di Girolamo Muziano per il convento di Frascati che raffigura il Crocifisso con i santi Francesco eAntonio. Lo stesso soggetto troviamo a Bastia in Corsica. Altrove, come a Vibo Valentia, la pala rappresenta l'Immacolata con i santi Francesco eAntonio. A Rombiolo (Catanzaro), invece, vi è la Madonna colBambino e i santi Francesco eChiara. 30 A Camerino, la culla dell'Ordine, si trova sull'altare maggiore, fin.dagli anni 1530-1534, la bella terracotta invetriata di Santi Buglioni, raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Francesco e Agnese. Cf. L. Cingolani, La terracotta invetriata del convento dei Cappuccini di Camerino opera di Santi Buglioni, in Colf. Frane. 67 (1997) 189-199; G. Santarelli, La Terracotta dei Cappuccini a Camerino, Ancona 1998.

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