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400 SERVUS GIEBEN 15 24 5.30 6.24 8.30 12.03 13.30 16 Nov.1 24 5.30 6.57 10 11.58 13.30 16 15 24 5.30 7.35 10 12.18 13.30 16 Dic.1 24 5.30 7.38 10.30 12.04 13.30 15.30 25 24 5.30 7.56 10.30 12.12 13.30 15.30 * = durante la quaresima. Alcune incongruenze sono segnalate con l'interrogativo (?). La recita dell'ufficio a mezzanotte costringeva i frati ad inventare un adeguato sistema d'illuminazione, anche se gran parte dell'ufficio si diceva a memoria. Nel coro dovevano esserci almeno due punti di luce: la lucerna grande per illuminare il salterio che stava sul leggio in mezzo al coro, e un piccolo lumino che per ordine del Capitolo generale del 1613 doveva ardere durante l'orazione mèntale 114 • Ogni sera il primo accolito doveva accuratamente preparare questi lumi per la notte: smoc– colarli, pulirli, badare che non manchasse l'olio, che lo stoppino non finisse all'improvviso. La lucerna conteneva combustibile per incirca una settimana, al lumicino invece occorreva rimettere l'olio ogni due o tre giorni. Anche il vasetto con l'acqua doveva essere al suo posto per ricevere le immondezze della lucerna 1 15 • Al mattutino il secondo accolito accendeva fin dall'inizio il primo stoppino della lucerna presso il leggio del coro. Quando l'invitatorio, recitato a memoria, arrivava al versetto Hodie si vocem eius audieritis, egli dava fuoco anche al secondo lucignolo. Era suo compito alzare la lucerna per illuminare l'intero grande salterio dal quale i frati recitavano i salmi, e abbassarla quando dal libro sottostante si cantava l'an– tifona 116. Verso la fine del mattutino o all'inizio delle laudi egli doveva smoccolare 1 14 "Recitando la notte gl'ufficii sacri cosi della Madonna come del Signore, stia sempre acceso il lume acciò non si facciano de gl'errori; si vegga la composizione de frati e possano entrare ed uscire senza intoppo, e anche si tenga acceso qualche lume al tempo dell'orazione. Parimente nel dormitorio arda qualche lume almeno quando si chiamano i frati al maturino". I cappuccini. Fonti documentarie enarrative delprimo molo (1525-1619), a cura di Vincenzo Criscuolo, Roma 1994, n. 614, p. 293. 115 "Il primo accolito deve preparare la sera la lucerna della notte, purgandola et netten– dola e ponendola al luogo suo; il simile farà al lumino e al vasetto dell'acqua, nel quale si gette– ranno l'immondizie della lucerna... E guardino bene se li manca l'oglio, e cosi nel lumino, e rasettare ogni cosa politamente al luogo suo, e potrà avere questa diligenza di mettere dell'ogli nella lucerna ogni sabato sera, o piu presto se farà bisogno, e nel lumino ogni duoi o tre giorni; avertendo che non venglino meno gli stopini dell'uno e dell'altro all'improviso". Bartolomeo da Bologna, Modo d'incaminare i novizj, in Ifrati cappuccini I, n. 1328, p. 1390. 116 "Ad Matutinum, ubi lucerna ante legile a secundo Acolyto accensa fuerit... (ad Rodie si vocem) secundus Acolytus utrunque lucernae elichnium accendat... Interea lucerna a secundo Acolytho eousque attollatur, quod totum psalterium illustrare valeat... lucernam pro prima

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