BCCCAP00000000000000000000871
CULTURA MATERIALE DEI CAPPUCCINI (1525-1619) 389 Per le pulizie dell'altare si usavano scopette fatte di pennacchi di canne, e code di volpe. Queste ultime, in quanto piu delicate, servivano soprattutto per togliere la polvere dai quadri e dal tabernacolo con le sue immagini 61 . I candelieri di legno andavano accuratamente puliti dalla cera e poi strofinati con un panno di lana intriso ogni tanto d'olio 62 . Secondo le Costituzioni le chiese cappuccine potevano avere una piccola campana di circa 45 chilogrammi 63 . Oltre le ore liturgiche, il sagrestano suonava l'angelusdomini e, mezz'ora dopo, l'avemaria dei morti 64 . Era proibito di suonare la campana a festa, imitando altre chiese con piu campane; e nessun segno né bandiera doveva sventolare sulla chiesa cappuccina, neanche in occasione della festa patronale o della dedicazione6 5 • 2.1.2 Sagrestia Nelle chiese cappuccine del Cinquecento mancava una vera e propria sagre– stia. "Ne' nostri luoghi non sia altra sagrestia che un armarlo, overo una cassa con una buona chiave". Cosf. ripetevano ancora le Costituzioni del 1577, rivedute alla luce dei decreti del Concilio Tridentino. Solo nell'aggiornamento del 1608 scompa– rirà l"armario' o 'cassa' dalle Costituzioni e si parlerà in seguito di sagrestie 66 . Detto armadio, contenente tutto il necessario per la celebrazione liturgica, si trovava nel 61 "Si scopano anche gl'altari con le scope fatte cli paviera cli canne"; "Ogni mese con le codi cli volpe o scopette daranno alla polvere dell'icone e immagini del tabernacolo". Ivi, n. 1455, p. 1443. "Scopula arunclinea purgentur gradus et suppedaneum altarium, scamna, cancelli, subsellia chori, legile, valva, parietes... Ab icorù3 vero et sanctissimae Eucharistiae tabernaculo caudis vulpirùs leviter excutiatur. [Zaccaria Boverio da Saluzzo], De sacris ritibus iuxta romanam regulam usui Fratrum Minorum 5. Francisci qui vulgo Capuccini nuncupantur accommodatis, Napoli 1626, 25-26. 62 "Candelabra quoque lignea a cera diligenter expurgata laneo panno oleo interdum illito confricabunt". [Zaccaria Boverio da Saluzzo], De sacris ritibus iuxta romanam regulam usui Fratrum Minorum 5. Francisci qui vulgo Capuccini nuncupantur accommodatis, Napoli 1626, 30-31. 63 Cf. Ifrati cappuccinil, n. 140, p. 447. 64 "Assuetum est a paucis superioribus anrùs in Italia circa mecliam horam post Salutationem angelicam etiam pulsare Salutationem pro defunctis; et tunc oratur pro illis, recitando De profundis cum oratione". Ippolito da Bergamo, Caeremoniae et observantiae, f. 41v- 42r. Promotori dell'avemaria per i defunti erano i predicatori Giovanrù cli Taranto (feramo 1576-1577), Gerolamo Schiavone (Avezzano) e Alfonso da Venezia (Bolzano 1618). Cf. Ifrati cappuccini II, Roma 1988, n. 3334 e 3336, p. 1582s; ivi IV, Roma 1992, n.10.060, p. 1231. 65 "Nec in profestis sollemrùoribus, sive declicatiorùs ecclesiae aut Patrorù, super campanaro ludatur, nec signum aliquod seu in formarn vexilli, uti in turribus ecclesiarum plures solent facete, exponatur". Ippolito da Bergamo, Caeremoniae et observantiae, f. 41r. 66 In Ifrati cappuccinil, n. 410, p. 447.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz